(gr. Εὐρώπη)
Mitica figlia di Agenore e di Telefassa. Mentre coglieva fiori sulle coste della Fenicia, fu rapita da Zeus che, sotto forma di toro bianco, la portò a Creta, dove si consumarono le nozze. Da queste furono generati Minosse e Radamanto (secondo altra versione anche Sarpedonte e Carno). E. divenne poi sposa del re cretese Asterione, che adottò i figli di lei.
L’arte antica ha frequentemente rappresentato il momento del ratto (E. sul toro) già dal periodo arcaico (metope di Selinunte e del Tesoro dei Sicioni a Delfi, 6° sec. a.C.), e poi nella ceramica dipinta, in scultura (celebre il gruppo bronzeo di Pitagora di Reggio a Taranto), in pittura (da Pompei, nel museo di Napoli), in mosaico, su monete, dove finisce con l’avvicinarsi al tipo della Nereide su mostri marini.
Satellite di Giove (il quarto in ordine di grandezza), scoperto da G. Galilei nel 1610. Ha un diametro di 3138 km e una massa intorno a 5‧1022 kg. Il semiasse maggiore dell’orbita misura 671.000 km, il periodo di rivoluzione 3,55 giorni. L’alto valore della sua densità (∼3 g/cm3) suggerisce che esso sia composto prevalentemente di roccia, con non più del 10% di ghiaccio: per la sua composizione chimica, pertanto, E. assomiglierebbe a Io (con densità di 3,6 g/cm3), ma non agli altri due satelliti galileiani di Giove (Ganimede e Callisto), che hanno una densità di 1,9 g/cm3 e sono costituiti per circa il 50% di ghiaccio.