(o feromone) Sostanza chimica prodotta ed escreta da un animale, che determina, in un altro animale della stessa specie che viene a contatto con essa, una specifica modificazione fisiologica e/o di comportamento. Analogamente ai veri ormoni che, secreti all’interno dello stesso organismo, regolano il funzionamento degli organi, i f., secreti all’esterno dell’organismo, regolano l’ambiente esterno, influenzando lo stato fisiologico dei conspecifici. Essi possono agire: a) direttamente sul sistema nervoso centrale determinando un’immediata modificazione del comportamento (ferormoni scatenanti o releasers); b) alterando lo stato fisiologico dell’animale ricevente e rendendolo sensibile a stimoli accessori specifici (ferormoni innescanti o primers).
L’azione dei f. interessa le principali funzioni degli organismi: sviluppo (accelerazione della crescita, differenziamento embrionale e larvale), riproduzione (riconoscimento di specie e di sesso, richiamo e assembramento degli individui maturi, sincronizzazione ecc.), cure parentali, nutrizione, difesa del gruppo (ferormoni d’allarme e di aggregazione), controllo della densità di popolazione, determinazione dei confini del territorio, struttura sociale (gerarchie di dominanza) ecc. I f. sono sostanze altamente volatili (devono avere infatti una grande capacità di dispersione), prodotte da ghiandole specifiche (fig. 1) e percepite da cellule sensoriali specializzate localizzate, per es., nelle antenne degli Insetti (fig. 2), nella cuticola dei Nematodi, nella mucosa nasale di molti Mammiferi. Hanno un meccanismo d’azione molto complesso. Possono agire da soli o in sinergia con altre sostanze; sono attivi in genere a concentrazioni estremamente basse e possono provocare risposte diverse a concentrazioni diverse.
La presenza di f. sessuali è stata dimostrata nei Protozoi Ciliati (Vorticella), Antozoi, Policheti, Molluschi, Crostacei. Negli Pseudoscorpioni e nei Ragni i f. servono anche a diminuire la carica di aggressività, permettendo così l’accoppiamento. Massiccia è la presenza di f. negli Insetti: attrattivi sessuali della femmina capaci di attirare i maschi sono presenti negli Ortotteri, Lepidotteri, Coleotteri, Imenotteri, Ditteri, Isotteri. Nei Ditteri e nei Lepidotteri i f. possono fungere anche da fattori di monogamia, cioè modificare il comportamento della femmina fecondata in modo che essa non possa più accoppiarsi e si occupi solo della deposizione delle uova. Negli Insetti sociali (api, formiche, termiti ecc.) il destino del singolo individuo è determinato da sostanze chimiche emesse da altri individui in rapporto alle esigenze della colonia (fig. 3). In tutti i gruppi di Vertebrati sono presenti f. (tranne forse negli Uccelli), ma l’uso dei segnali olfattivi è particolarmente sviluppato nei Mammiferi, nei quali i f. svolgono funzioni importanti nel comportamento sociale (marcatori di famiglia, di gruppo, di stato sociale, indicatori di aggressività e di sottomissione ecc.).
Molti esperimenti sono stati effettuati sul topo, dimostrando l’azione dei f. sulla secrezione ormonale: un f. presente nelle urine del maschio è necessario per regolare il ciclo sessuale delle femmine; l’odore di un maschio estraneo al gruppo può provocare l’interruzione della gravidanza nelle femmine entro 5 giorni dal concepimento e un ritorno dell’estro, favorendo così l’esoincrocio e un mantenimento della variabilità genetica.
Numerosi f. sono stati identificati chimicamente e utilizzati ottenendo buoni risultati nella lotta biologica, in particolar modo contro gli Insetti: attrattivi sessuali o f. d’aggregazione sono prodotti sinteticamente e utilizzati sul campo, o per stime di popolazione, o per catturare grandi masse di individui, o per ‘confondere’ l’insetto, con la diffusione nell’area del f. sessuale, impedendogli di raggiungere l’individuo di sesso opposto (➔ lotta).