La condizione (detta anche gestazione) della donna, e in genere delle femmine dei Mammiferi, nel periodo che va dall’inizio del concepimento al parto (o comunque all’espulsione del feto), e la durata stessa di tale periodo. G. a termine Quella che giunge al termine fisiologico della durata. G. abortiva Quella che s’interrompe, nella donna, prima del 180° giorno (6° mese). G. gemellare La g. che dà origine a più di un feto (bigemina, trigemina, quadrigemina ecc.). G. semplice Quella conseguente allo sviluppo d’un solo feto. G. immaginaria Detta anche pseudociesi, consiste in uno stato psicopatologico nel quale la donna, pur non fecondata, manifesta amenorrea da aumento dei livelli di prolattina per ridotto tono dopaminergico centrale e alcuni segni di presunzione o di probabilità (meteorismo addominale, peristalsi intestinale ecc.).
Normalmente la g. si svolge nell’utero (g. uterina o tipica), eccezionalmente nella tuba, nell’ovaio, nell’addome (g. extrauterina o ectopica). Nella donna, in genere, il feto è unico; sono poco frequenti i casi con due, tre, quattro o più feti, fino al numero eccezionale di nove. La durata media della g. fisiologica, è in genere intorno ai 270 giorni, con numerose variazioni.
Le manifestazioni della g. comprendono sia le modificazioni dell’organismo materno sia i segni della presenza del feto. Per la donna gravida (o gestante) sono considerati segni di presunzione i cosiddetti fenomeni materni generali che prevedono l’aumento di volume dell’addome, la pigmentazione della linea alba e del volto (cloasma gravidico) e i cosiddetti fenomeni simpatici (abbondante salivazione, nausea, vomito mattutino, variazioni del gusto ecc.). Sono invece segni di probabilità la comparsa dei fenomeni materni locali: scomparsa delle mestruazioni, iperemia delle mucose genitali, turgore delle mammelle accompagnato da iperpigmentazione dell’areola, aumento di volume dell’utero ecc. I segni di certezza sono relativi alla dimostrazione certa della presenza del prodotto del concepimento, visualizzabile molto precocemente, già dalla quinta-sesta settimana di amenorrea. La diagnosi di certezza si basa sulla presenza di gonadotropina corionica (HCG) nell’urina (fig. 1), mediante il test immunologico di g., sempre più sensibile per fornire risposte attendibili in tempi precoci. Tale test è affiancato dal dosaggio, con metodiche attendibili per quanto riguarda sensibilità e specificità, della subunità beta dell’HCG nel sangue, con riscontro di valori utili a partire dalla conferma diagnostica, al monitoraggio precoce dell’impianto fino alla diagnosi di aborto precoce.
- La diagnosi di età della g. è importante per stabilire l’epoca del parto, la maturità presunta del feto, per problemi inerenti a eventuali malattie associate o proprie della g., per ragioni medico-legali ecc. In via presuntiva si inizia il computo dal primo giorno dell’ultima mestruazione comparsa, aggiungendo in questo caso 280 giorni (anziché 270, dato che l’inizio del flusso mestruale precede di solito di almeno 10 giorni l’epoca del concepimento). In via obiettiva si ricorre ad altri elementi: comparsa dei moti attivi del feto (4° mese e mezzo); palpazione del fondo dell’utero: al 4° mese si palpa sopra al pube; al 6° all’ombelico; al 9° all’epigastrio (fig. 2). Un vasto bagaglio tecnico consente di monitorare la g., di indagare sulle condizioni del prodotto del concepimento e di favorire l’espletamento del parto.
- Lo stato gravidico comporta numerose controindicazioni nei confronti di determinati farmaci, tra cui: alcuni anticoagulanti; la talidomide; gli ormoni sessuali (steroidi androgeni ecc.); la morfina, estremamente tossica per il feto; gli antitiroidei (metimazolo) ecc.
La patologia della g. contempla: a) la patologia propria dello stato gravidico, rappresentata dalle malattie da g., o gestosi (iperemesi, nefropatia gravidica, eclampsia ecc.); b) la patologia in g. (malattie che complicano la condizione gravidica, reciproco influenzamento tra quest’ultima e preesistenti affezioni); c) malattie legate al feto e ai suoi annessi (mola vescicolare, polidramnios, oligoidramnios, amniotiti, lesioni e anomalie d’inserzione della placenta ecc.). Fra tutte queste affezioni, particolare importanza ha l’anomalia di fissazione dell’uovo, che dà origine alla g. ectopica, cioè alla g. che si svolge fuori del cavo uterino: nella tuba (g. tubarica), nell’ovaio (g. ovarica), nell’addome (g. addominale). Fra queste, la più frequente è quella tubarica (3% di tutte le g.), condizionata per lo più da infiammazioni acute e croniche della tuba (salpingiti); è difficile evenienza che una g. ectopica giunga a termine. I sintomi della g. ectopica sono poco evidenti e spesso le complicazioni insorgono prima che venga accertato lo stesso stato gravidico.