Per la filiera tecnologico-produttiva ➔ filièra produttiva.
Macchina (detta anche trafila) per eseguire la trafilatura di materiali metallici, plastici, argillosi ecc. La filiera a paletta (fig. 1) è usata per filettare a mano piccole viti: la f. ha fori lisci, di diametro pari a quello del perno da filettare e fori filettati per eseguire la lavorazione; la filiera tonda normale (o cuscinetto) chiusa (fig. 2A) dà luogo a viti più precise, quella aperta (fig. 2B) consente una registrazione con maggior durata della f., quella a intagli è intermedia fra le due precedenti; la filiera a foro variabile (fig. 3) è formata da più utensili (pettini), i quali possono essere avvicinati o allontanati ruotando un cerchio. Per macchine filettatrici si usano le filiera automatiche, che sono a foro variabile e dotate di un dispositivo che al termine della lavorazione del pezzo fa aprire automaticamente la f. allontanando i pettini.
Organo che si trova negli animali produttori di seta (baco da seta o altri insetti produttori di fili sericei, ragni ecc.) attraverso il quale esce il filo sericeo. Nel baco la f. è una protuberanza cava, cui fa capo il condotto escretore unico dei due seritteri, o ghiandole serigene, munita all’apice di un piccolo foro, dal quale viene emesso all’esterno il filo di seta. Nei ragni le f. sono 4 o 8 papille digitiformi derivate da abbozzi di appendici e situate posteriormente nell’addome, attraversate da molti tubicini sottili e da pochi canali di calibro maggiore. Da questi fori fuoriesce un secreto viscoso proteico disteso dal ragno col quarto paio di zampe, che a contatto dell’aria solidifica formando i fili della ragnatela.