Filosofo tedesco (Marienberg 1838 - Zurigo 1917), nipote di Clemens; dapprima sacerdote cattolico, abbandonato il cattolicesimo, insegnò (1872) filosofia a Würzburg e dal 1874 al 1895 a Vienna. In contrapposizione all'impostazione kantiana, B. riprende suggestioni aristoteliche e scolastiche, criticando inoltre varie dottrine del positivismo inglese di quel tempo. Nella sua opera principale Psychologie vom empirischen Standpunkt (2a ed. 1924), il B. traccia le linee di una psicologia descrittiva come teoria dei fenomeni psichici, distinta da una psicologia genetica e contrapposta alla scienza naturale, scienza dei fenomeni fisici. La caratteristica fondamentale del fenomeno psichico è la sua intenzionalità (concetto che il B. riprende dalla Scolastica), come direzione a un oggetto, inteso, nella dottrina più matura (cui si connette altresì una critica del linguaggio) come reale o cosa. In base al diverso modo di riferirsi all'oggetto B. distingue tra classi di fenomeni psichici: rappresentazioni, giudizî e relazioni affettive (o fenomeni di odio-amore), sostenendo inoltre l'esistenza di una percezione interiore nettamente distinta dalla cosiddetta osservazione interiore. La teoria della verità, in corrispondenza alle posizioni assunte dal B. riguardo alla natura del giudizio, diviene teoria dell'evidenza. Importanti gli studî storici su Aristotele. Grande influenza esercitarono le sue dottrine sullo sviluppo della filosofia fenomenologica (Husserl, Stumpf), e su altri pensatori posteriori come Meinong. Altre opere: Vom Ursprung sittlicher Erkenntnis (1889, 2a ed. 1921); Die vier Phasen der Philosophie und ihr augenblicklicher Stand (1895, 2a ed. 1926); Von der klassifikation der psychischen Phänomene (1911, 2a ed. 1925).