Musicista (Rohrau, Austria Inf., 1732 - Vienna 1809). Figlio di un carradore, dilettante di musica, studiò dapprima con G. Reutter a S. Stefano in Vienna, poi con un tale Spangler. Conobbe Metastasio che lo avrebbe (secondo una tradizione non accertata) raccomandato a N. Porpora. Nel 1759 fu assunto come maestro di cappella del conte Morzin e nel 1761 quale vicemaestro e poi maestro dal principe F. A. Esterházy al castello di Eisenstadt. Qui ebbe modo di cimentarsi alla composizione orchestrale. Compositore e direttore dell'orchestra della famiglia, egli alternava i soggiorni estivi nel castello di campagna di Esterház con quelli a Vienna. Nel 1790, licenziato dal nipote dell'Esterházy, Nicola, il complesso della cappella, H. conservò il titolo di maestro e una pensione annua; accettò quindi di recarsi a Londra, su invito dell'impresario J. P. Salomon, per la composizione di musiche per l'orchestra di quella città. Dopo un successivo viaggio a Londra (1794-95), tornò in Austria richiamato da un nuovo principe Esterházy, il secondo Nicola, e risiedette, soprattutto negli ultimi anni, a Vienna. La sua fama in patria e all'estero fu sempre più estesa: molti furono i suoi allievi, grande fu per lui la venerazione del pubblico musicale, notissime furono le sue opere. Lo stesso inno nazionale austriaco fu tratto da uno dei suoi quartetti. In realtà, la musica di H. rispondeva in pieno agli ideali di equilibrio e di grazia dell'arte classica settecentesca: era una musica di serena compostezza, sensibile agli accenti popolari e a quelli di corte, profondamente colta e pur semplice e naturale nell'apparenza. ▭ Per quanto l'arte di H. raggiunga valori altissimi anche nell'oratorio religioso (La creazione) e profano (Le stagioni) e in notevoli pagine sacre (Messe), essa dà l'intera misura della sua grandezza specialmente nella musica sinfonica e da camera. Due correnti musicali precedono il momento storico haydniano: la lirica del sentimento e della galanteria degli Italiani, e lo spirito intrinsecamente religioso e polifonico che era culminato in J. S. Bach. H. aduna e rifonde queste due correnti: l'unità che ne scaturisce, mirabile processo di sintesi, è la forma-sonata per orchestra (sinfonia), per quartetto, per clavicembalo o pianoforte, non nel senso dell'astratta struttura, che già esisteva ma era un'altra cosa, ma come essenzialità di un nuovo linguaggio musicale puro, la cui forza consiste principalmente nell'elaborazione tematica. Da motivi anche insignificanti H. riesce a sviluppare nuova e splendida musica, in tutte le immaginabili varietà di struttura e di movimento. È un linguaggio che parla con una finalità determinata dal suo proprio procedere e che vive di una sua organica necessità e di una sua propria vicenda. Giocondità e contemplazione sono gli elementi essenziali del suo temperamento, in una estrema abilità di trasformazione del materiale musicale in una fantasia che è continuamente rinnovata da una fresca sensibilità popolare. ▭ Oltre a 25 melodrammi, azioni teatrali e cantate, alcune delle quali pregevoli, e ai bellissimi Lieder e ballate, dobbiamo alla fecondità del genio haydniano 13 messe (celebri la Nelson-Messe e la Theresien-Messe), 3 oratorî, 104 sinfonie (celebri quelle del gruppo cosiddetto francese e le ultime, dette londinesi), 12 ouvertures, circa 50 tra concerti solistici e sinfonie concertanti, divertimenti, 77 quartetti per archi (più quello desunto dall'oratorio Die sieben Worte des Erlösers am Kreuze), 15 trii per archi e fiati, 38 trii con pianoforte, 30 per archi, 4 sonate per pianoforte con violino d'accompagnamento e 52 per cembalo (poi pianoforte) solo. Fra le opere teatrali emergono Lo speziale (libretto di C. Goldoni, 1768), Il mondo della luna (libretto di C. Goldoni, 1777), La fedeltà premiata (libretto di G. B. Lorenzi, 1780), L'infedeltà delusa ("burletta", 1783), L'isola disabitata (libretto di P. Metastasio, 1799). Famosi sono i due già citati oratorî Die Schöpfung (La creazione, 1798) e Die Jahreszeiten (Le stagioni, 1801). Le principali sinfonie sono spesso ricordate con un soprannome, voluto per lo più dagli editori di H., come Sinfonia della pendola, degli addii, del rullo del timpano, dei fanciulli, Il maestro di scuola, La sorpresa, L'orso.