sinfonia Composizione per orchestra affermatasi nel 17° sec. come brano strumentale introduttivo di un’opera o di una cantata e divenuta nel 18° sec. una forma musicale da concerto autonoma e complessa.
La s., nella più avanzata fase del melodramma del 18°-19° sec., era finalizzata a stimolare e predisporre lo stato d’animo degli ascoltatori e si presentava sotto due tipologie: una detta all’italiana, con una partizione dei tempi Allegro-Adagio-Allegro (per es. in A. Scarlatti), e l’altra alla francese, bipartita lento-allegro, secondo il prototipo dell’italo-francese G.B. Lulli. Si tratta di due tipi formali ciascuno con una propria storia e con propri continuatori: G. Paisiello, N. Piccinni e altri nel primo caso; F.-A. Philidor, A.-E.-M. Grétry e altri nel secondo. Caso a parte è quello di C.W. Gluck, che realizzò una riforma del teatro musicale a cominciare proprio dalla fruizione della sinfonia. All’esempio italiano si ispirò W.A. Mozart, trattando la s. nel suo modo più libero e più appropriato, come avviene nelle Nozze di Figaro, nel Don Giovanni e in Così fan tutte, e utilizzando nell’intreccio orchestrale elementi tematici delle rispettive opere. Per quel che riguarda la grande stagione operistica italiana del 19° sec., da G. Rossini a V. Bellini a G. Donizetti e a G. Verdi, è il primo a mostrarsi il più legato alla tradizione settecentesca – sia per il genere buffo sia per quello drammatico – , mentre con Verdi la s. d’opera acquista caratteri più drammatici.
Il prototipo della s. tripartita di A. Scarlatti si diffonde nei primi decenni del 18° sec. in tutta Europa. Comunque la forma della s. strumentale raggiunge il suo apice – inserendo tra i tre movimenti sopra indicati un ulteriore movimento (fra il secondo e il terzo) in forma di danza di Minuetto – nella seconda metà del 18° sec. per opera di F.J. Haydn che tra il 1759 e il 1796 compose ben 104 s., a cui si aggiunsero le 40 s. di Mozart e le 9 di L. van Beethoven; questi compositori formano la triade alla quale gli storici delle musica attribuiscono il merito di aver definito i caratteri emblematici del sinfonismo europeo. All’eredità delle tre grandi personalità ricordate hanno attinto gran parte degli autori di s. appartenenti all’età romantica: da F. Schubert (8 s.) a F. Mendhelsson (5 s.), da R. Schumann (4 s.) a J. Brahms (4 s.). In realtà, questo tipo di componimento si è diffuso, con risultati a volte di altissimo livello, fino alla prima metà del 20° secolo.