(Gruppo dei sette) Foro informale di cooperazione internazionale tra i paesi più industrializzati del mondo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Gran Bretagna, USA), consistente in riunioni annuali dei capi di Stato e di governo per discutere questioni internazionali di interesse comune. Le riunioni si traducono spesso in azioni concertate degli Stati partecipanti, da cui la progressiva istituzionalizzazione dei vertici. Il termine viene comunemente usato per riferirsi sia al summit annuale sia all’insieme dei paesi che ne fanno parte. I vertici dei paesi più industrializzati iniziarono a tenersi dal 1975 a margine della Conferenza di Rambouillet; al primo parteciparono Francia, Giappone, Italia, Gran Bretagna, Repubblica Federale Tedesca, Stati Uniti, che formarono il Gruppo dei sei (G6); il Canada fu ammesso a partire dalla seconda riunione (1976), la Comunità economica europea dal vertice di Londra del 1977. Nel 1999 il pieno coinvolgimento della Russia ha decretato la nascita del G8. In seguito alla riprovazione suscitata dall’annessione della Crimea nel 2014, la Russia è stata esclusa provvisoriamente, ma a tempo indeterminato, dal G8; per effetto di questa sanzione il G7 è tornato a riunirsi, con l'obiettivo iniziale di affrontare le crisi economiche della metà degli anni Settanta, in particolare lo shock petrolifero e la riforma del sistema monetario internazionale dopo la fine del sistema di Bretton Woods e l’abbandono della convertibilità in oro del dollaro. Nel corso degli anni, da questioni di ordine prevalentemente finanziario, i vertici si sono progressivamente occupati di questioni macroeconomiche, relative al commercio internazionale, alle relazioni con i paesi in via di sviluppo, al terrorismo, al traffico di armi, alla tutela dei diritti umani e dell’ambiente.