(turco Gelibolu) Cittadina della Turchia europea (20.266 ab. nel 2007), nella prov. di Çanakkale, sopra la costa meridionale della penisola omonima, in posizione strategica sullo stretto dei Dardanelli. Mercato di grano e di foraggi.
L’antica città, fondata dagli Ateniesi, raggiunse presto importanza come stazione navale. Appartenne ai Macedoni dal 4° sec. a.C. e, dal 1°, ai Romani. Fortificata da Giustiniano nel 6° sec., fu stazione della flotta e della dogana bizantina. Nel Medioevo, il nome di Kallipolis deve essersi trasferito al luogo dove oggi sorge l’attuale centro, divenuto possesso veneziano nel 1204 e recuperato dagli imperatori bizantini di Nicea nel 1224. I Turchi se ne impadronirono nel 1354 e ne fecero la base di operazioni per la conquista della Balcania. Nel 1366 fu conquistata da Amedeo VI, conte di Savoia. I Veneziani comandati da Pietro Loredan nel 1416 vi sconfissero i Turchi di Maometto I.
Nei tempi moderni G. è stata uno dei cardini del sistema difensivo dei Dardanelli creato dai Turchi durante la guerra di Crimea (1854-56) e che gli Inglesi tentarono vanamente di forzare nella Prima guerra mondiale. Lo scambio delle popolazioni effettuato tra Grecia e Turchia nel 1923 costrinse all’emigrazione gran parte della popolazione, costituita in prevalenza da Greci; nel 1919-22 fu presidiata dagli Alleati e in seguito al trattato di Losanna (1923) smilitarizzata.
Penisola di G. Penisola della Turchia europea (il nome classico è Chersoneso Tracico), che si allunga per un centinaio di km in direzione SO, delimitando lo stretto dei Dardanelli a SE, e bagnata dal Golfo di Saros a NO. Molto stretta e percorsa da rilievi collinari. I centri principali sono G. e Sedülbahir, alle due entrate dei Dardanelli, Eceabat nella parte centrale dello stretto.
Dall’aprile 1915 al gennaio 1916 fu teatro di importanti operazioni militari degli Alleati contro le forze turco-germaniche, con obiettivo Costantinopoli.