(fr. Lausanne) Città della Svizzera occidentale (122.284 ab. nel 2009), capitale del cantone di Vaud, situata a 515 m s.l.m. ai piedi del M. Jorat (932 m), sulla sponda settentrionale del Lago di Ginevra. Costruita nella sua parte centrale su 5 colline, la città, nel suo recente sviluppo, iniziato alla fine del 19° sec. (nel 1850 contava 17.000 ab., diventati 68.500 nel 1920), si è estesa verso il lago e le alture retrostanti. Il territorio, costituito da una zona a forte pendenza nella parte meridionale, appena a ridosso del lago, ha una planimetria mossa, che ha reso necessari ponti e scalinate per assicurare le comunicazioni interne. Si presenta come una città-giardino, con quartieri sparsi nel verde; grandi alberghi si susseguono sul lungolago. Grande nodo ferroviario della linea Milano-Parigi, con diramazioni per Ginevra (e Lione) a O e per Berna a E.
Ouchy (500 ab. ca.) sul lago, quartiere residenziale e spiaggia, svolge le funzioni di porto di Losanna. L’attività industriale interessa i rami meccanico di precisione, alimentare, tessile, della carta e grafico, ma solo 1/3 della popolazione attiva di L. è occupato nel settore secondario. Il principale apporto all’economia cittadina proviene dal commercio, dalle attività bancarie e assicurative e dal turismo. Sede di università, fondata nel 1890, e di un’accademia, molto più antica (1537), la cui biblioteca, di fondazione coeva, divenne cantonale nel 1803 e universitaria nel 1890, L. è anche sede della Suprema Corte Svizzera di Giustizia, e del Comitato Internazionale Olimpico (CIO). La popolazione è prevalentemente protestante e di lingua francese.
Tra i monumenti della città vecchia (Cité), dalle strette vie ed edifici a diverso livello, sono notevoli: la cattedrale (1160) compiuta nel 13° sec. e largamente restaurata nel 19° (interessanti il rosone del transetto, del 13° sec., e il portale occidentale, 1515-36); le chiese di S. Francesco (13°-15° sec.) e di S. Lorenzo (18° sec.); il Palazzo Comunale risalente al 1458, con facciata del 17° secolo. Tra le costruzioni del 18° sec. l’ospedale di Notre-Dame (1766-71) e i neoclassici palazzi del Tribunale e dell’Università. Tra le architetture del 21° sec. spicca il progetto per il Centro didattico dell’EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, dal 1973) su progetto dello studio giapponese SANAA & Ass. (2007).
Numerosi i musei; nel Musée Cantonal des Beaux-Arts varie opere di pittori svizzeri e francesi dei sec. 18°-20°.
Conferenze di L. La prima fu convocata il 21 novembre 1922 con la partecipazione di Francia, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti, Giappone, Grecia, Romania, Iugoslavia, Turchia e (limitatamente ad alcuni problemi) di Bulgaria, URSS, Belgio e Portogallo, per determinare il trattato di pace con la Turchia. Ebbe uno svolgimento laborioso e si concluse con il Trattato di L., che oltre a porre fine allo stato di guerra tra la Repubblica turca e la Grecia, costituì il vero trattato di pace tra le potenze dell’Intesa della Prima guerra mondiale e la Turchia, non essendo mai entrato in vigore il precedente Trattato di Sèvres. La Turchia vi conseguì una notevole vittoria diplomatica, conservando la Tracia orientale fino alla Marizza (compresa la penisola di Gallipoli), Karaaǧaç (sobborgo di Adrianopoli), le isole di Imbro e di Tenedo e il Kurdistan; ottenne inoltre l’abolizione delle capitolazioni e nessuna limitazione per il suo armamento, a eccezione della smilitarizzazione degli Stretti. Tra le convenzioni particolari, fu importante quella che rese obbligatorio lo scambio delle popolazioni greche e turche, fatta eccezione per i Greci di Costantinopoli e per i Turchi della Tracia occidentale. Il trattato confermò la liquidazione dell’Impero ottomano prebellico, ma costituì uno Stato turco omogeneo etnicamente, indipendente politicamente ed economicamente.
La seconda, convocata il 16 giugno 1932 per la definitiva sistemazione delle riparazioni e dei debiti della Prima guerra mondiale tra gli Stati interessati, vide il contrasto tra la tesi tedesca dell’annullamento delle riparazioni (il ‘colpo di spugna’ appoggiato da Italia e Gran Bretagna) e quella francese del loro mantenimento, almeno parziale. L’atto finale del 9 luglio stabilì, a saldo delle riparazioni tedesche, la riduzione del debito a 3 miliardi di marchi oro. Non essendosi però attuata la clausola che impegnava le potenze creditrici della Germania a non ratificare l’accordo prima che fosse intervenuta un’intesa soddisfacente circa i debiti interalleati, l’accordo non entrò in vigore e la Germania non eseguì il pagamento.
Pace di L. Conclusa il 18 ottobre 1912 tra l’Italia e l’Impero ottomano a termine della guerra italo-turca (1911-12), riconobbe di fatto la conquista italiana della Libia. Il trattato stabilì lo sgombero delle truppe e dei funzionari turchi dalla Libia e, immediatamente dopo, quello degli Italiani dal Dodecaneso, l’impegno di concludere un trattato di commercio con la Turchia, la promessa da parte dell’Italia di appoggiare la soppressione delle capitolazioni oltre a impegni minori.