Chimico russo di origine svizzera (Ginevra 1802 - Pietroburgo 1850). Ritenuto il fondatore della termochimica, ne formulò la legge fondamentale, secondo la quale, a pressione e volume costanti, il calore assorbito (o ceduto) in una reazione dipende solo dagli stati iniziale e finale della reazione e non da quelli intermedi.
Prof. di chimica all'univ. e alla Scuola di artiglieria di Pietroburgo e membro di quell'Accademia delle scienze, effettuò ricerche di chimica dei gas; enunciò nel 1840 una legge fondamentale che è una conseguenza diretta del primo principio della termodinamica e che porta il suo nome: a pressione o volume costante, il calore assorbito (o ceduto) in una reazione, o in una serie di reazioni, dipende soltanto dagli stati iniziale e finale e non da quelli intermedi. Per mezzo di tale legge è possibile calcolare il calore sviluppato da una reazione anche quando questo non è suscettibile di misurazione diretta, utilizzando le tonalità termiche di altre reazioni opportunamente combinate; così, a causa della concomitante formazione di anidride carbonica, non è possibile misurare direttamente il calore di formazione dell'ossido di carbonio dagli elementi: tale calore viene calcolato, invece, dalla somma del calore di formazione dell'anidride carbonica e del calore di decomposizione di questa in ossido di carbonio e ossigeno. Un'importante conseguenza della legge di H. è che il calore di reazione è uguale alla differenza fra la somma dei calori di formazione dei prodotti di reazione e la somma dei calori di formazione dei reagenti, o anche alla differenza fra la somma dei calori di combustione dei reagenti e la somma dei calori di combustione dei prodotti di reazione.