(cat. Girona) Città della Spagna nord-orientale (94.484 ab. nel 2008) nella Catalogna, capoluogo dell’omonima provincia. Sorge alla confluenza dei fiumi Oñar e Ter.
La latina Gerunda fu uno dei più importanti centri di romanizzazione della Catalogna: contribuirono alla sua prosperità la posizione sulla via dai Pirenei a Tarragona e il ruolo di intermediaria negli scambi tra il porto di Emporión e le località dell’interno. Sede vescovile in età visigota, fu occupata all’inizio dell’8° sec. dagli Arabi e riconquistata nel 785 dai Franchi di Carlomagno, che la fece capitale della contea omonima nella Marca Hispanica; passò in seguito sotto i conti di Barcellona. Dal 10° sec. fu centro di cultura ecclesiastica, poi anche giuridica; Giacomo I vi riunì le Cortes catalane (1240 e 1241). Il declino, iniziato con i massacri di Ebrei nel 1391, fu reso più grave dalla soppressione dei privilegi e dell’università, per aver appoggiato Carlo (III) d’Asburgo nella successione al trono di Spagna (1706), e dai frequenti assedi, di cui il più noto è quello del 1809, quando G. si arrese al maresciallo napoleonico P.-F.-C. Augereau.
La G. iberica e romana, le cui mura ciclopiche di fortificazione, dette Força Vella, si conservano ancora in parte, era situata lungo il tracciato della via Augusta. La planimetria, nonostante la forma triangolare, seguiva il tipico impianto urbanistico delle città romane. Se ne possono ancora riconoscere il cardine, che seguiva il tracciato della via Augusta (odierna Carrer de la Força), il decumano e il foro, situato nell’area dell’odierna piazza della cattedrale. La cinta muraria fu edificata in due fasi, una durante la fondazione della città e l’altra verso il 3° secolo.