(ar. Yāfā; ebr. Yāfō) Città di Israele, che forma dal 1950 un unico agglomerato con Tel Aviv. La parte antica è posta sul fianco di un’altura (50 m) protesa nel mare ed è sormontata dal convento dei francescani (già fortilizio, nel 13° sec.); presso la costa si estendono i quartieri nuovi che a E si saldano con quelli di Tel Aviv. È dotata di un buon porto, costruito nel 1936.
Secondo la leggenda semitica, G. fu fondata da Iafet, figlio di Noè; secondo quella greca, da una figlia di Eolo. La liberazione di Andromeda a opera di Perseo fu localizzata a G., la cui origine è invece probabilmente fenicia. In epoca storica la città appartenne all’Egitto; nell’occupazione della terra di Canaan toccò alla tribù di Dan, ma poi se ne impadronirono i Filistei. Conquistata da Assiri e Greci, fu poi (147-146 a.C.) occupata dai Maccabei. Dichiarata (63 a.C.) città libera da Pompeo, entrò a far parte della provincia di Syria; Cesare la rese agli Ebrei, ma con la deposizione di Archelao tornò ai Romani. Fu sede antichissima di vescovato, ma perse il carattere cristiano con la conquista araba (636). Divenne un importante centro crociato in età medievale. La fortezza di G. fu infatti la prima città costiera del Sud a essere presa dai cristiani (1099). Dopo alterne vicende, nel 1228 fu ricostruita da Federico II, che la rase al suolo dalle fondamenta prima che i lavori potessero cominciare. Luigi IX intraprese altri lavori di fortificazione; il castello fu poi distrutto dai musulmani. I reperti più antichi, rinvenuti nelle varie campagne di scavo, datano all’età del Bronzo e del Ferro, mentre altri materiali e strutture (ceramica, mosaici, necropoli, mura) attestano le fasi successive fino all’età crociata.