Albornoz 〈albℎornòtℎ〉, Gil (Egidio) Álvarez de. - Cardinale e uomo politico (Cuenca 1300 circa - Buonriposo, Viterbo, 1367). Arcivescovo di Toledo, cancelliere del re di Castiglia e cardinale dal 1350, fu poi nominato da Innocenzo VI legato in Italia e vicario generale nei domini della Chiesa, che si trovavano in piena dissoluzione, riuscendo a restaurarvi l'autorità papale.
Di nobile famiglia spagnola, si addottorò in diritto canonico, forse a Tolosa. Membro del Consiglio regio di Alfonso XI di Castiglia, nel 1358 divenne arcivescovo di Toledo, primate di Spagna e cancelliere del re. Ebbe parte attiva, come legato papale, nella crociata contro i musulmani, combattendo nella battaglia di Río Salado (1340) e nell'assedio di Algeciras (1344). Nel 1350 si recò ad Avignone, dove Clemente VI lo creò cardinale. Capo della Penitenzieria Apostolica, nel giugno 1353 Innocenzo VI lo nominò legato in Italia e vicario generale nei domini della Chiesa, con l'incarico di riorganizzare lo Stato pontificio, allora in piena dissoluzione. Raccolto durante il viaggio un piccolo esercito, dette inizio alla riconquista della Tuscia, sottomettendo (giugno 1354) Giovanni di Vico, signore di Viterbo, che vi spadroneggiava; e quindi, nonostante gli ostacoli frappostigli dalla Curia, che non approvava il suo modo di procedere fondato su un'illuminata moderazione e su una politica di concessioni, numerosi altri signorotti e città. Nello stesso periodo consolidò il dominio della S. Sede in Roma, servendosi, sia pure a malincuore, dell'opera di Cola di Rienzo (ag.-ott. 1354). Si rivolse quindi contro il Ducato di Spoleto e i signori della Marca di Ancona (Malatesta, Montefeltro ed altri minori) e della Romagna (da Polenta, Ordelaffi, Manfredi), fattisi ormai del tutto indipendenti: con fortunati scontri militari, ma soprattutto con un'abile politica, riuscì a costringerli tutti, tranne l'Ordelaffi, ad abbandonare i loro domini o alla sottomissione (1355-57). A conclusione di questa prima parte della sua opera promulgava, nel parlamento di Fano (29 apr.-1º maggio 1357), il Liber constitutionum sanctae matris ecclesiae, noto sotto il nome di Constitutiones Aegidianae. Sostituito, in seguito a intrighi di Curia, nella carica di legato e vicario generale con Androino de la Roche, tornò per breve tempo ad Avignone (ott. 1357-sett. 1358). Reintegrato nella carica di legato in Italia in seguito agli insuccessi di Androino e tornato in Italia (ott. 1358), sottomise l'Ordelaffi e occupò, con abile manovra militare, Bologna difendendola poi contro i Visconti. Ma l'elezione di Urbano V (sett. 1362), che scese a patti con i Visconti, affidando di nuovo le trattative ad Androino, significò la sconfessione di tutta la politica dell'Albornoz. Nel periodo della sua permanenza a Bologna vi aveva fondato un collegio universitario per giovani spagnoli che intendessero specializzarsi negli studi giuridici (da lui poi riccamente dotato per testamento), tuttora esistente (Collegio di Spagna).