(Global compact for safe, orderly and regular migration, GCM) Accordo intergovernativo proposto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2016 per garantire una gestione completa dei movimenti migratori internazionali e dell’accoglienza ai richiedenti asilo politico, condividendone le responsabilità e fornendo una risposta coordinata e globale al fenomeno; vi hanno aderito in via preliminare tutti gli Stati membri attraverso la Dichiarazione di New York, alla quale hanno fatto seguito due anni di negoziati articolati in una fase di consultazioni informali (settembre - ottobre 2017), in una fase di valutazioni (novembre 2017 - febbraio 2018) e in una fase di negoziazioni intergovernative in vista del summit di Marrakech (dicembre 2018), dove gli Stati membri sono stati chiamati ad adottare il testo definitivo della Risoluzione, condividendone le linee generali. L’accordo si articola in 10 princìpi guida – in cui si richiama alla centralità degli individui, alla cooperazione internazionale, al rispetto dei diritti umani, della sovranità nazionale, delle norme internazionali, delle differenze di genere e dei diritti dei minori, allo sviluppo sostenibile e a un approccio multilaterale e partecipativo – e 23 obiettivi, tra i più centrali dei quali figurano la lotta alla xenofobia, allo sfruttamento dei migranti e al traffico di esseri umani, il potenziamento dei sistemi di integrazione e di assistenza umanitaria e la gestione integrata e coordinata dei confini. Sebbene tra i firmatari della Dichiarazione di New York del 2018, alcuni Paesi – tra gli altri, Stati Uniti, Australia, Israele, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria, Bulgaria, Svizzera, Polonia e Italia – hanno successivamente opposto resistenze di intensità e matrice ideologica variabili, evidenziandosi in altri (Estonia, Belgio) vistose faglie interne agli esecutivi rispetto alla scelta di adesione al patto; all'accordo di Marrakech hanno aderito 164 Paesi, tra i quali non figurano Stati Uniti, Australia, Israele e Italia.