Introflessione sacciforme dei petali o del tubo corollino di alcune piante, per es., in Aconitum, Fumaria.
Nome dato a condizioni patologiche, diverse per natura e origine, che hanno come carattere comune un ingrossamento della ghiandola tiroide a evoluzione generalmente benigna. In base a criteri funzionali e anatomopatologici si distinguono vari tipi di g.: g. con normale funzionalità tiroidea, diffuso o nodulare (uni- o multi-nodulare), di riscontro sporadico o endemico in determinate aree con carenza iodica che presentano, di solito, particolarità ambientali comuni che riguardano il profilo altimetrico, la distanza dal mare, l’isolamento geografico e sociale (v. fig.); g. associato a ipertiroidismo, o g. tossico, nella forma diffusa (morbo di Basedow) o multinodulare, caratterizzato clinicamente dai segni dell’aumentato metabolismo (dimagramento, aumento della temperatura cutanea, ipersudorazione ecc.), tachicardia, disturbi gastroenterici, esoftalmo; g. associato a ipotiroidismo, consegue a carenza iodica, somministrazione di farmaci ad azione gozzigena, clinicamente caratterizzato da stanchezza, sonnolenza, stipsi, fino al quadro conclamato del mixedema; g. da processi infiammatori acuti (tiroidite acuta suppurativa), subacuti (tiroidite subacuta di De Quervain), cronici (tiroidite linfocitaria di Hashimoto, di natura autoimmune e tiroidite fibrosa di Riedel da causa ignota, caratterizzata dalla trasformazione fibrosa della ghiandola); g. da processi degenerativi e anche infiltrativi, cioè emorragie, infarti ecc.; g. neoplastici, benigni (adenomi e, più raramente, teratomi) e maligni (carcinoma papillifero, carcinoma follicolare, carcinoma anaplastico ecc.).
Negli uccelli, la porzione dilatata dell’esofago (detta anche ingluvie), in cui il cibo può essere immagazzinato e trattenuto per un certo periodo. All’interno è tappezzato da epitelio mucoso ed è provvisto di una tonaca muscolare che consente energiche contrazioni. Nei Colombi durante il periodo riproduttivo si osserva una proliferazione dell’epitelio, le cui cellule si riempiono di riserve grasse e albuminose e quindi si staccano formando una massa caseosa (latte del gozzo).