Organo o struttura costituiti da cellule specializzate nel secernere sostanze di varia composizione chimica.
L’epitelio ghiandolare è il tessuto proprio delle g. in cui tutte le cellule sono dotate della funzione di secrezione.
Si distinguono due tipi di g.: le g. endocrine, il cui prodotto di sintesi (ormone) è immesso direttamente nel torrente circolatorio; le g. esocrine, il cui secreto è riversato all’esterno del corpo o in cavità comunicanti con l’esterno.
Il concetto morfologico e funzionale di g. ha subito un’evoluzione nel corso del tempo, soprattutto per quanto concerne gli organi endocrini. Tra l’altro, è stata riconosciuta dignità di struttura endocrina a cellule, anche isolate, in numerose sedi anatomiche; la funzione secretiva, prima attribuita esclusivamente a strutture epiteliali, è stata poi documentata anche per cellule connettivali differenziate (come quelle interstiziali del testicolo o della teca interna del follicolo ovarico).
Le g. endocrine (➔ endocrino) a seconda della struttura istologica si distinguono in 3 tipi: a vescicole (tiroide), in cui il prodotto di secrezione si accumula prima di passare in circolo; a cordoni epiteliali pieni (paratiroidi, surreni ecc.); a cellule disseminate (elementi interstiziali dell’ovaio e del testicolo).
Le g. esocrine sono sempre in continuazione con un epitelio di rivestimento cutaneo o mucoso, dal quale derivano o per gemmazione o per invaginazione (fig. 1). Si distinguono g. esocrine semplici e composte (fig. 2). Le g. esocrine semplici sono costituite da una unità secernente aperta in superficie direttamente o mediante un condotto escretore non ramificato. Le g. esocrine composte presentano, invece, un condotto escretore ramificato e appaiono come costituite da un insieme di g. esocrine semplici. Possono essere intraepiteliali (per es., le g. dell’uretra, della cassa del timpano ecc.), oppure localizzate a varia profondità nei tessuti sottostanti, nel qual caso presentano un condotto escretore più lungo. Il rivestimento epiteliale è fatto di cellule, appiattite nel condotto escretore, cilindriche o cubiche nelle cavità ghiandolari. In rapporto alla forma di queste, le g. si dicono di tipo tubulare, alveolare, otricolare, tubulo-alveolare. Le g. tubulari presentano il lume ghiandolare costituito da un tubulo, con un estremo a fondo cieco e l’altro aperto sulla cute o una mucosa. L’epitelio di rivestimento è cubico (per es., g. sudoripare) o cilindrico (per es., g. di Lieberkühn, dell’intestino), talora è munito di ciglia vibratili (per es., g. del collo dell’utero). Il tubulo può essere semplice, ramificato oppure a gomitolo. Forme più complesse assumono le g. tubulari composte (per es., il rene). Le g. alveolari hanno il lume di forma ampollare e sono munite di un orifizio escretore (g. alveolari semplici). Nel caso delle g. alveolari, varie unità ghiandolari si aprono in un tubulo, al suo estremo o ai suoi lati. Le g. otricolari appaiono simili a g. tubulari ramificate, ma hanno il lume fortemente dilatato, con cavità sacciformi (per es., la prostata). Le g. tubulo-alveolari presentano una duplice struttura, tubulare e alveolare, simile a un grappolo d’uva, essendo la porzione tubulare disposta come il raspo e quella alveolare come gli acini. L’irrorazione sanguigna e l’innervazione avvengono mediante una finissima rete vascolare ed esili plessi nervosi distribuiti intorno alla porzione secernente delle ghiandole. Si comprende così come le varie secrezioni siano stimolate o inibite mediante la via nervosa o sanguigna.
In rapporto alle modalità della secrezione si distinguono g. merocrine e olocrine. Le g. merocrine si suddividono in g. eccrine (fig. 3A), le cui cellule elaborano il secreto senza subire modificazioni, e g. apocrine (fig. 3B) che eliminano insieme al secreto la parte dei corpi cellulari che guarda il lume della g. (per es., g. mammaria). Nelle g. olocrine (fig. 3C) gli epiteli ghiandolari elaborano il secreto accumulandolo nel proprio corpo e si eliminano con esso (per es., g. sebacee).
In rapporto al tipo di secrezione si distinguono g. mucipare, sierose, siero-mucose, sudoripare, sebacee, ceruminose, lacrimali, salivari ecc. In genere, però, si indicano secondo la sede anatomica: g. areolari, ascellari, anali, gastriche, intestinali ecc. o col nome dell’autore che le ha scoperte: g. di Littré, di Bartolini ecc.
La g. accessoria è una massa di tessuto ghiandolare eccezionalmente isolata dal normale organo ghiandolare corrispondente: per es., isole di tessuto pancreatico nel duodeno. Le g. genitali sono le gonadi maschili (testicoli) e femminili (ovaie).
Cellula o gruppo di cellule che elaborano sostanze varie: resine, mucillagini, oli eterei, zuccheri ecc. Tali sostanze spesso escono dalle cellule e si volatilizzano o si depositano sulla superficie del corpo o negli spazi intercellulari. Le g. si trovano nell’epidermide (g. esterne) o nei parenchimi e in altri tessuti (g. interne). Le cellule ghiandolari sono vive, hanno abbondante citoplasma e grosso nucleo; a volte sono raggruppate a formare uno strato chiamato epitelio ghiandolare, come quello che tappezza i canali resiniferi delle Pinacee. Spesso le g. esterne stanno all’apice di peli (peli ghiandolari), i quali sono pluricellulari con cellula apicale fatta a capocchia (a volte per divisione la capocchia è pluricellulare). A seconda dei prodotti di escrezione le g. si distinguono in mucipare, oleifere, resinifere, digestive (nelle piante carnivore e altre), nettarifere.
G. perianali Coppia di formazioni ghiandolari presenti nei Carnivori e situate ai lati dell’orifizio anale; il loro secreto odoroso serve a marcare il territorio, come riconoscimento o per difesa.
Per la cosiddetta g. ibernante ➔ ibernazione.