L’involucro continuo che riveste tutto il corpo dei Vertebrati e che, in corrispondenza delle aperture naturali di esso, continua nelle membrane mucose che tappezzano le cavità comunicanti con l’esterno. Il termine si usa più particolarmente per indicare la pelle dell’uomo.
Nei Vertebrati la c. è costituita di due strati fondamentali: uno esterno, l’ epidermide, mai ciliato nell’adulto, con struttura epiteliale, e uno, profondo, il derma o corion, di natura connettivale, in gran parte originato dalla lamina cutis del somite. Al di sotto di questo è il connettivo sottocutaneo ( tela subcutanea o sottocute) in cui, negli Uccelli e nei Mammiferi, sono cospicue le cellule adipose ( pannicolo adiposo). Dal punto di vista istologico l’epidermide è un epitelio pavimentoso composto, nel quale si riconoscono uno strato profondo o germinativo (corpo mucoso o reticolo del Malpighi) e uno strato corneo esterno, particolarmente sviluppato nei Vertebrati terrestri, in cui le cellule epiteliali sono appiattite, prive di nucleo, corneificate (cheratina) e, una volta morte, vengono progressivamente eliminate (desquamazione dell’epidermide), e sostituite per moltiplicazione di nuovi elementi dello strato germinativo. Lo strato corneo partecipa alle formazioni protettive della cute, quali le squame, gli scudi, le placche, le penne ecc., che hanno origine nel derma. Il derma assume considerevole spessore negli Uccelli e nei Mammiferi (da 0,30 a 3 mm), mentre nelle altre classi di Vertebrati è in genere sottile; risulta formato da fasci connettivali di fibre collagene variamente intrecciati e di fibre elastiche fra cui decorrono vasi e nervi. Lo strato più esterno mostra rilievi o papille ( strato papillare dei Mammiferi) che rappresentano il substrato di formazione delle varie produzioni esoscheletriche (➔ esoscheletro). Il colorito della c. dipende da granuli di pigmento situati nello strato basale dell’epidermide, oppure da cellule pigmentate di origine mesenchimale ( cromatofori) che abbondano nella pelle di Pesci, Anfibi e Rettili, responsabili dei cambiamenti di colore.
Ghiandole cutanee Produzioni della c. dei Cordati, che adempiono funzioni di scambio di materiali con l’esterno e in particolare quella dell’escrezione. Mancano nei Cordati tipicamente acquatici (Ciclostomi e Pesci) i quali hanno, nell’epidermide, soltanto ghiandole unicellulari rappresentate da cellule mucipare. Vere ghiandole cutanee, più o meno regolarmente disseminate su tutta la c., si trovano soltanto negli Anfibi adulti e nei Mammiferi. Nei Rettili e negli Uccelli esistono formazioni di origine cutanea localizzate in determinate sedi, come le cosiddette ‘ghiandole del muschio’ dei coccodrilli e i pori femorali delle lucertole, di dubbio significato funzionale. Caratteristica la grossa ghiandola dell’uropigio degli Uccelli, il cui secreto untuoso rende impermeabili le penne all’acqua. Anche di origine cutanea sono le ghiandole velenose e irritanti in rapporto con spine e aculei di molte specie di Pesci. Negli Anfibi le ghiandole cutanee sono del tipo alveolare semplice e si distinguono in ghiandole mucose e velenose. Nei Mammiferi esistono due categorie di ghiandole cutanne: le sudoripare e le sebacee, distinte per funzione, morfologia e distribuzione sulla superficie corporea. La secrezione cutanea è costituita dall’insieme delle secrezioni delle ghiandole cutanee.
Organi di senso cutaneo Apparecchi sensoriali situati nell’epidermide, nel derma e nel connettivo sottocutaneo della c. dei Vertebrati, rappresentati, nell’epidermide dei Pesci, da ‘boccioli’ o ‘gemme’ o da fossette sensitive in relazione con i nervi della linea laterale, e come tali adempienti funzione di equilibrio e di orientamento nello spazio. Scarsamente presenti nella c. dei Rettili, sono più abbondanti in quella degli Uccelli e raggiungono maggiore complessità, svariata forma e grandezza, nei Mammiferi. Gli organi di senso cutaneo reagiscono a stimoli tattili, termici, di pressione, dolorifici, e a questo tipo di sensibilità provvedono, negli Amnioti, le espansioni di senso terminali libere e i corpuscoli caratteristici (nell’Uomo, di almeno sei specie: del Dogiel, del Golgi, del Mazzoni, del Meissner, del Pacini, del Ruffini), in cui la fibra nervosa termina in vario modo.
Nell’Uomo, la struttura generale dell’epidermide e del derma corrisponde a quella descritta. Lo strato corneo è costituito da cellule piatte, con nucleo in avanzata picnosi, povere di acqua e ricche di cheratina; le cellule dei livelli profondi, che nel loro insieme costituiscono lo strato lucido, contengono cheratoialina ed eleidina e hanno aspetto splendente. Nel reticolo del Malpighi si distinguono tre strati: lo strato granulare, spinoso e basale; quest’ultimo, per la notevole attività cariocinetica delle sue cellule, è la parte viva, la matrice dell’epidermide: ha cellule di forma prismatica e, frammiste a queste, altre rotondeggianti od ovalari, ricche di pigmento (cellule melanogene). Il pigmento può trovarsi anche in cellule di forma diversa: cellule dendritiche e spinose. Nel derma si distinguono due strati: il derma papillare e il derma reticolare; esso è costituito prevalentemente da connettivo fibroso, ordinato in fasci disposti per lo più parallelamente alla superficie e descriventi nel loro insieme una struttura a rete. Tale conformazione a maglie spiega la caratteristica distensibilità della c., mentre le sue doti di elasticità vanno attribuite alle fibre elastiche presenti nell’intimo dei fasci di fibre connettivali. La superficie libera della c. presenta, a seconda delle diverse regioni, peli, unghie, sbocchi di ghiandole sudoripare e sebacee.
Le funzioni della c. sono numerose e complesse: particolare importanza hanno quella protettiva, quella termoregolatrice, quella emuntoria (eliminazione di acqua, cloruro di sodio ecc.), quella secretoria (produzione di sudore, sebo), quella sintetica (formazione di melanina e cheratina). A livello della c. avviene anche, sotto l’effetto catalizzatore della luce solare, l’attivazione della provitamina D. Particolarmente importante è la funzione sensitiva, dovuta alla presenza di numerose terminazioni nervose, libere o connesse con i corpuscoli sensitivi, la cui stimolazione dà luogo a sensazioni tattili, termiche e dolorifiche, nonché a quelle caratteristiche del prurito. Cresta cutanea Ognuno dei sottili rilievi, fra loro paralleli, presenti nella superficie libera della pelle, più evidenti nelle palme delle mani e nelle piante dei piedi; per l’estrema variabilità di comportamento e disposizione, le creste cutanee dei polpastrelli delle dita sono studiate e utilizzate ai fini dell’identificazione personale (➔ dattiloscopia). Nervo c. mediale dell’avambraccio Anche detto nervo brachiale cutaneo interno, è uno dei sei rami terminali del plesso brachiale; innerva con fibre sensitive la cute delle regioni mediali del braccio e dell’avambraccio. Nervo cutaneo peroneo Noto anche come nervo cutaneo laterale della sura, è uno dei cinque rami collaterali del nervo peroneo comune; si distribuisce, con fibre sensitive nella c. della faccia antero-laterale della gamba. Nervo cutaneo della spalla Anche nervo brachiale cutaneo laterale, è il ramo collaterale, sensitivo, del nervo ascellare, innerva la c. del moncone della spalla. Pigmento cutaneo La sostanza colorante propria della pelle, rappresentata dalla melanina; in condizioni patologiche possono depositarsi nella c. altri pigmenti (emosiderina, pigmento malarico, ecc).
La proprietà della c. di reagire, con fenomeni infiammatori circoscritti, al contatto di sostanze verso le quali l’organismo è in stato d’ipersensibilità o allergia è nota come cutireattività. Può essere saggiata con intradermoreazioni, cutireazioni ecc.
La cutireazione è una prova clinica, ideata da C. von Pirquet, per individuare un eventuale stato di immunoreattività. Consiste nel porre a intimo contatto della c., previa sua scarificazione, la sostanza in causa: in caso di positività, si osserva l’eruzione di un pomfo urticarioide, circondato da un alone di eritema. Si ricorre alle cutireazione per ricercare, in caso di sospetta malattia allergica (orticaria, asma ecc.) l’eventuale sostanza responsabile (pollini, polveri ecc.) o per svelare anche infezioni latenti (per es. cutireazione alla tubercolina).
Cutis hyperelastica Rara anormalità, spesso congenita ed ereditaria, della c., esageratamente elastica ed estensibile. È detto cutis laxa (o calodermia, dermatolisi, calazodermia, pachidermatocele) l’esagerato rilasciamento della c., anelastica, flaccida e sovrabbondante. Con cutis marmorata si indica un particolare aspetto della c., caratterizzata da reticolo rosso-cianotico persistente, delimitante aree di colorito pallido.