Che si riferisce a ghiandola o cellula che concorre a una secrezione interna.
Le ghiandole e. sono fondamentalmente rappresentate dall’ipofisi, la epifisi, la tiroide, le paratiroidi e i surreni, tutte a funzionamento esclusivamente e., nonché dalle isole di Langerhans del pancreas e dalle ghiandole genitali. Nell’ambito del complesso sistema e. si possono considerare anche alcune formazioni per le quali si ammette, collateralmente ad altre funzioni, un’attività di tipo ormonico: tra queste, la mucosa gastroduodenale, alcune cellule della mucosa intestinale (cellule enterocromoaffini). Le cellule che costituiscono le ghiandole e. sono di natura epiteliale e si trovano a intimo contatto con la parete di capillari, sanguigni o linfatici, nei quali versano i loro prodotti di secrezione. Endocrinopatia o endocrinosi è nome generico di malattia delle ghiandole e. (anche), come l’acromegalia, il morbo di Cushing, quello di Basedow, il mixedema ecc.
La scienza che si occupa dello studio delle ghiandole e. e dei loro prodotti di secrezione (ormoni), in condizioni fisiologiche, patologiche e sperimentali, è l’ endocrinologia. Le prime distinzioni tra ghiandole e. e ghiandole esocrine risalgono a J. Müller (1830) e a K.F. Burdach (1839), ma l’endocrinologia entrò nella sua fase sperimentale soprattutto per merito di A. Berthold (1849), che dimostrò come l’estirpazione, in un gallo, delle ghiandole seminali non sia seguita dai fenomeni che abitualmente caratterizzano la castrazione, se tali organi sono trapiantati in una qualunque altra parte del corpo. Studi condotti specialmente nei primi due decenni del 19° sec. hanno posto sempre più in evidenza la complessità delle correlazioni ormonali (sinergismi e antagonismi tra le varie ghiandole e i diversi gruppi ghiandolari) e l’influenza degli ormoni sulle funzioni del sistema nervoso vegetativo, nonché sullo sviluppo somatico e psichico. Queste acquisizioni costituirono la base della cosiddetta endocrinologia costituzionalistica.
Anche nuovi orizzonti terapeutici sono stati aperti dagli studi di endocrinologia, soprattutto dopo l’isolamento di vari ormoni (adrenalina, tiroxina, insulina ecc.), la determinazione della formula chimica di molti di essi e la loro produzione sintetica. Ulteriori progressi sono stati favoriti dall’affinarsi delle conoscenze chimiche e farmacologiche, che hanno consentito di precisare i rapporti tra la struttura chimica di vari ormoni e la loro azione biologica. Una fondamentale svolta è stata determinata dall’impiego dei radioisotopi, che ha consentito di seguire il destino sia di elementi che compongono alcuni ormoni (per es., lo iodio entra nella costituzione degli ormoni tiroidei) sia di ormoni marcati dall’aggiunta dell’isotopo radioattivo. Successivamente, l’applicazione dei metodi radioimmunologici di dosaggio degli ormoni ha permesso di conoscere con molta precisione il loro livello non solo nel sangue, ma in tutti i liquidi biologici. Ne è derivato un notevole approfondimento delle conoscenze soprattutto per quanto concerne l’ipofisi, le paratiroidi, il pancreas endocrino. Negli anni 1980 sono stati sintetizzati anche diversi ormoni ipotalamici (RH, releasing hormones), sicché è stata dimostrata l’attività e. di questo settore del sistema nervoso. Ma i confini dell’endocrinologia si vanno dilatando progressivamente. Veri e propri ormoni vengono infatti secreti anche da altri sistemi: nel canale digerente sono prodotti la gastrina, l’enteroglucagone, la secretina, la motilina, il peptide che inibisce la gastrina ecc.; nel rene, l’eritropoietina. Endocrinoterapia è una terapia basata sull’utilizzazione di ormoni. Si riferisce, di solito, alla terapia dei carcinomi della prostata, della mammella, dell’ovaio ecc. Può contemplare anche l’asportazione di una ghiandola e. (orchiectomia nel cancro della prostata).