Termine diffuso dal 16° sec. per designare un particolare tipo di decorazione parietale, derivante da quella analoga di ambienti della Roma antica (e in particolare della Domus aurea di Nerone), ancora interrati, che furono esplorati come ‘grotte’ dagli artisti del Rinascimento. Motivo dominante sono forme vegetali di fantasia, miste a figurette umane o animali, per lo più immaginari, in composizioni capricciosamente bizzarre, con immateriali architetture e prospettive, eseguite a stucco o ad affresco. Le g. trovarono applicazione anche in scultura, nel rilievo, dove raggiunsero finezza estrema di esecuzione. Tra i primi a usare il repertorio delle g. furono Ghirlandaio, Pinturicchio, Filippino Lippi, Amico Aspertini. Di grande influenza le g. dipinte da Giovanni da Udine nelle Logge Vaticane.