(ant. Gurjararātra, sanscr. Gurjarà) Stato federato dell’India (196.024 km2 con 56.408.000 ab. nel 2008). La capitale Gandhinagar è stata costruita a 24 km da Ahmadabad, capitale fino al 1974. Si estende tra il delta dell’Indo a O, i fianchi meridionali dei Monti Aravalli a N e la foce del fiume Tapti a S. Include quindi anche le due penisole del Cutch e del Kathiawar. Paese in prevalenza basso e in buona parte ricoperto di fertile terra nera (regur), è caratterizzato da un clima caldo umido lungo la costa e più secco all’interno.
L’agricoltura, sebbene non costituisca più, come in passato, la base dell’economia, rappresenta sempre un settore molto vivace. L’economia è sostenuta principalmente dal settore secondario, con complessi produttivi di medie e piccole dimensioni. Le altre attività industriali riguardano il comparto chimico, petrolchimico (fertilizzanti), meccanico, farmaceutico, della carta, elettronico e della raffinazione del petrolio (dal sottosuolo si estraggono petrolio e gas naturale, oltre al carbone).
Il G. appartenne all’impero Maurya (3° sec. a.C.) e a quello Gupta (4°-5° sec. d.C.). Un governatore dei Gupta fondò quindi la dinastia di Vālabhi (5°-8° sec.). Sorse poi il prospero Regno di Anhilvada. Nel 1287 i Musulmani conquistarono la regione, che fece parte del sultanato di Delhi, finché il governatore locale si rese indipendente nel 1396. Il nuovo regno musulmano fu annesso all’impero Moghūl nel 1572. Alla dissoluzione dell’impero (metà del 18° sec.) buona parte del G. fu divisa tra Stati locali; il resto, con la capitale Ahmadabad, fece parte dei domini dei pēshwā dei Maratha, a cui lo tolsero nel 1818 gli Inglesi, annettendolo alla provincia di Bombay. Nel 1960 riacquistò la propria fisionomia regionale, costituendo l’omonimo Stato formato con il territorio degli ex Stati di Saurashtra, Kutch e la parte nord-occidentale dello Stato di Bombay.
Dal punto di vista archeologico appare opportuno accorpare la regione di G. a quella di Maharashtra, per la prevalenza di tratti e vicende comuni sulle pur importanti varianti locali. Per il periodo protostorico, estese campagne di scavo (Inamgaon, Daimabad, Jorwe, Nevasa, Prakash, Nagwada e Loteshwar) hanno ampliato gli orizzonti di ricerca: ai vecchi dibattiti sulle sequenze ceramiche si sono oggi sostituiti raggruppamenti di siti principali e sviluppi culturali secondo precise fasi. Nel G. le culture del Calcolitico, attestate in siti quali Loteshwar e Nagwada, presentano legami con le culture harappane del Sind. Di questo periodo è il tesoro di Daimabad, consistente in quattro massicce figure di bronzo. La ceramica, inizialmente rossa, si diversifica regionalmente. Numerose le statuette di terracotta rinvenute, sia teriomorfe (tori) sia antropomorfe. Le abitazioni calcolitiche, rettangolari o circolari, avevano talvolta i pavimenti decorati da conchiglie. A Kaothe (Maharashtra) compaiono anche abitazioni a fossa. Le sepolture erano semplici: inumazione in fosse ovali prive, o quasi, di corredo. Dal 3° sec. a.C. i villaggi iniziarono a ingrandirsi e tra il 1° sec. a.C. e il 3° d.C. le due regioni conobbero il massimo sviluppo, in parte alimentato dal commercio con Roma. A Broach, Nagara e Vadodara sono stati rinvenuti ornamenti, sigilli, ceramiche, monete, strutture in mattoni, sculture. Importanti sono anche i siti di Pauni, Kaundinyapura, Paithan, Ter, Satavahana, Amreli, da cui provengono ceramiche, monete, figurine di terracotta, bullae e lastre scolpite.
Il gujarati è la lingua aria parlata attualmente nel G. e usata come lingua comune anche dai Parsi dell’India e dagli Indiani dell’Africa orientale e meridionale. Esiste una ricca letteratura in gujarati risalente al 14° secolo.