In informatica, in particolare con riferimento alla rete Internet, esperto di programmazione e di reti telematiche che, perseguendo l’obiettivo di democratizzare l'accesso all'informazione e animato da princìpi etici, opera per aumentare i gradi di libertà di un sistema chiuso e insegnare ad altri come mantenerlo libero ed efficiente. Il termine, originatosi a cavallo degli anni 1960 al MIT di Boston, è passato nei decenni successivi a designare una vera e propria cultura, il cui percorso fu coevo a quello di internet che gli h. stessi contribuirono a sviluppare, e tra i cui esponenti di spicco vanno citati i padri fondatori del movimento del software libero e dell'open source R. Stallman e B. Perens. Sebbene generalmente si tenda a confondere gli h. con i pirati informatici, o crackers, il cui scopo è danneggiare un sistema informatico, quest'ultimo termine, dal valore fortemente spregiativo, è stato invece coniato dagli h. stessi per definire chi non abbia rispetto delle proprie abilità informatiche. In relazione agli scopi perseguiti, si distinguono tre differenti categorie di h.: white hat hacker, il cui operato corrisponde a un rigoroso rispetto dell’etica h.; black hat hacker, chi violi illegalmente sistemi informatici con o senza vantaggi personali; grey hat hacker, l’h. cui non siano applicabili queste distinzioni o che passi facilmente dall’una all'altra categoria.