L’inizio più o meno rapido di un fenomeno, allorché si verificano le condizioni favorevoli, e anche il dispositivo che provoca l’i. stesso.
In genetica, filamento d’i. (o primer), breve sequenza olinucleotidica di RNA appaiata a un filamento di DNA che fornisce una estremità libera 3′−OH su cui la DNA polime;rasi inizia la sintesi di un nuovo filamento di DNA.
Parte della spoletta di un proiettile, di una mina, di un siluro che porta la capsula fulminante; il suo uso è reso necessario specialmente quando si adoperano esplosivi molto sordi all’urto: allora viene fatto detonare dalla capsula un esplosivo secondario o di i. (v. fig.).
Nelle costruzioni meccaniche, i. di rottura per fatica, difetto interno o superficiale o anche irregolarità di forma (per es., un intaglio) di un pezzo meccanico, da cui inizia a propagarsi la frattura in una sollecitazione di fatica.
Si dicono innescanti sostanze (o miscele di più sostanze) dotate di grande sensibilità all’urto o al calore, sotto la cui azione esplodono con facilità. Le più note sono il fulminato di mercurio, gli azotidrati (di argento, di piombo), lo stifnato di piombo, la cianurazide, alcuni perossidi organici (di tricicloacetone), il tetrazene, oltre ad alcune particolari miscele (per es., fulminato di mercurio e clorato potassico). Pur essendo in genere dotati di una debole potenza esplosiva vengono impiegati nella preparazione di detonatori primari (formati da due cariche sovrapposte, l’una di innescante e l’altra di esplosivo), la cui accensione può essere provocata per mezzo di micce, di accenditori elettrici o per urto. Si usano per capsule da minatori, per capsule di proietti, per i. di bossoli.