Ivrea Comune della prov. di Torino (30,2 km2 con 22.839 ab. nel 2021; detti Eporediesi). Si estende parte in piano, parte su rilievi (altezza media 250 m s.l.m. ca.) ai piedi della Serra cui dà il nome, e al centro del grande anfiteatro morenico aostano. Capoluogo del Canavese, si è sviluppata come importante centro industriale con la Olivetti, con grandi stabilimenti per la produzione di macchine per scrivere, calcolatrici, telescriventi ed elaboratori elettronici; sono sorti inoltre impianti tessili, metalmeccanici, chimici, alimentari, del legno e poligrafici. Con il tramonto della Olivetti, I. ha vissuto una riconversione della sua struttura economica e occupazionale, che ha visto una crescita delle attività terziarie. Attualmente nei dintorni della città vi sono numerose ditte di piccole dimensioni, ma di notevole contenuto tecnologico.
L’antica Eporedia rivela nel nome un’origine celtica. Una colonia romana vi fu dedotta nel 100 a.C.; sotto i Longobardi fu sede poi di un ducato, con i Franchi di una contea; contesa prima ad Arduino marchese d’I. e re d’Italia dal suo vescovo, poi da Olderico Manfredi, dopo la morte di Arduino (1015) divenne saldo possesso dei vescovi: questi la governarono affermandovi la propria autorità contro le opposte pretese giurisdizionali dei suoi visconti, prima rappresentanti e poi usurpatori delle funzioni comitali. Nei sec. 12° e 13°, attraverso le lotte contro i vescovi e Vercelli, si sviluppò a I. il libero comune. L’imperatore Federico II si impossessò della città nel 1238; presa nel 1266 da Guglielmo VII marchese del Monferrato, sottomessa con la forza da Carlo d’Angiò (1271), passò poi fra l’altro ai Torriani milanesi e da questi a Enrico VII, finché alla morte dell’imperatore si diede ai Savoia (1313). Dopo la temporanea dominazione dei Paleologi marchesi del Monferrato (1347-56), seguì le vicende generali dello Stato sabaudo.
Nel 2022 è stata proclamata Capitale italiana del Libro dello stesso anno.