Popolazione indigena nordamericana di lingua athabaska, che, suddivisa in vari gruppi (Kutcha-K., Nokotcho-K., Takkuth-K. ecc.), occupava un vasto territorio dell’Alaska e del Canada settentrionale, comprendente il bacino dello Yukon tra il Tanana e il Porcupine, il bacino di questo e del Peel, e la bassa valle del Mackenzie. Vivendo in stretta relazione con gli Inuit della fascia costiera artica, avevano da questi mutuato numerosi elementi culturali. Caccia (cervo, volpe, coniglio, alce ecc.) e pesca fluviale erano le attività economiche fondamentali, alle quali si è aggiunto in epoca recente il commercio delle pellicce. Abitazione tipica era la capanna cupoliforme coperta di pelli. La società si suddivideva in tre clan esogamici di rango diverso: la discendenza era matrilineare, ma la residenza era patrilocale e la forma matrimoniale tipica quella per servizi. Grande autorità avevano i medici-stregoni, superiore anche a quella dei capi. Avvenimenti sociali importanti erano le gare di lotta e le cerimonie di iniziazione dei ragazzi, sottoposti alla circoncisione. Comuni a tutti i K. erano l’infanticidio femminile, la schiavitù e le ostilità tra gruppi limitrofi. I K. contano oggi poche centinaia di individui largamente acculturati.