Escissione totale o parziale del prepuzio. È pratica diffusa fra gli aborigeni dell’Australia e della Melanesia, fra gli Indonesiani, in molti gruppi etnici dell’Africa. Era nota anche nell’Egitto faraonico. In America era praticata dagli Athabaska del Canada e da alcune tribù del Messico e dell’Amazzonia occidentale. Grande importanza religiosa ha acquistato tra gli Ebrei e gli Arabi, i quali ultimi la imposero, come segno distintivo musulmano, a tutte le popolazioni islamizzate dell’Africa, dell’Asia e dell’arcipelago malese, modificandone in parte modalità e riti là dove era già preesistente all’Islam. In generale, sembra probabile che questa mutilazione sessuale sia sorta come un preliminare alla vita matrimoniale basato sulla credenza di facilitare i rapporti sessuali. In seguito divenne rito necessario per l’ammissione di giovani (attraverso le cerimonie iniziatiche) alla classe degli uomini adulti, e, per conseguenza, un segno distintivo di virilità, che dava diritto alla partecipazione attiva nella vita sociale e politica della tribù. Nelle società presso cui non è stata introdotta dall’Islam, la c. si effettua quasi sempre all’epoca della pubertà e in concomitanza con l’iniziazione dei giovani. Solo in Africa orientale alcune società (Konso, Kerre, Gheleba) la praticano al termine del periodo procreativo dell’uomo.