Aquila, L’ Comune dell’Abruzzo (474 km2 con 70.019 ab. nel 2020), capoluogo di provincia e di regione. La città, che fino al 1939 aveva nome Aquila, è situata a 714 m s.l.m. su un rilievo alla sinistra del fiume Aterno, al centro di un’ampia conca che si apre tra il Gran Sasso e la catena del Monte Ocre. Il centro antico attiva considerevoli flussi turistici, anche per la vicinanza del Gran Sasso. L’economia cittadina ne ha risentito positivamente, orientandosi verso attività terziarie, che hanno sostituito quelle tradizionali a base agricola e silvo-pastorale, oltre che quelle artigiane della lavorazione di metalli, tessuti, legno e pellami, consentendo una ripresa demografica dopo lo spopolamento degli anni 1970. Prevalgono funzioni amministrative e commerciali, anche attraverso lo sviluppo di alcune strutture per la ricerca e della università (istituita nel 1964). Il nucleo industriale comprende un complesso elettromeccanico e stabilimenti minori operanti nei settori alimentare, dell’abbigliamento e dei materiali da costruzione. Il collegamento più importante è l’autostrada Roma-A.-Gran Sasso-Teramo.
Costruita nel 1254, contro i feudatari imperiali, e distrutta da Manfredi, risorse come libero comune sotto Carlo d’Angiò (1266), divenendo nel 15° sec., con le sue industrie e tipografie, la più fiorente città del regno dopo Napoli. All’inizio del 16° sec. la sua fortuna declinò anche per lo smembramento del contado da parte di Carlo V (1529) e l’alterno parteggiare della città tra Spagna e Francia. Si risollevò per breve tempo sotto i Borboni di Spagna (Carlo III), per poi decadere di nuovo. Nel 1799 insorse con il resto dell’Abruzzo contro i Francesi; partecipò ai moti risorgimentali e dopo l’annessione al Regno d’Italia soffrì molto per il brigantaggio.
Entro le mura (14° sec.) la città conserva ancora l’antico impianto altomedievale. Monumento principale è la chiesa romanica di S. Maria di Collemaggio (iniziata nel 1287), prototipo per le chiese dell’intera regione. Risalgono al sec. 13° le chiese di S. Giusta di Bazzano, S. Pietro di Sassa e il Duomo, più volte danneggiato da terremoti, ricostruito nei sec. 18°-20°. Nel sec. 14° furono realizzate, tra le altre, le chiese di S. Maria di Roio, S. Maria di Paganica, S. Domenico e S. Bernardino, con facciata di Cola dell’Amatrice (1525-40), che unisce la tradizione dell’architettura medievale abruzzese con suggestioni delle opere romane dei primi decenni del Cinquecento. Notevole è il Castello (1530-1635; restaurato nella prima metà del sec. 20°), a pianta quadrata con bastioni angolari poligonali, sede del Museo nazionale d’Abruzzo. Monumento caratteristico della città è la fontana delle 99 cannelle, su pianta trapezoidale con alte pareti rivestite da un paramento a scacchi in pietra bianca e rosata (1272, modificata nei sec. 15°-16°).
Il 6 aprile 2009 la città è stata colpita da un terremoto di magnitudo 5,8 della scala Richter, che ha causato alcune centinaia di vittime e gravi danni alle abitazioni e ai monumenti.
Provincia dell’A. È la provincia più estesa della regione (5048 km2 con 294.838 ab. nel 2020) e conta 108 comuni (12 rientrano nel territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise); non ha sbocco sul mare e si estende nell’area più elevata e più montuosa dell’Appennino Centrale. Comprende quasi tutto il bacino dell’Aterno, la conca del Fucino e gli alti bacini dei fiumi Liri, Salto e Sangro. La ricchezza di corsi d’acqua ha facilitato il sorgere di grandiosi impianti idroelettrici (bacino di Campotosto, bacino del Sagittario, bacino dell’alto Sangro). Discreta la superficie coperta da boschi. A seguito della consistente crescita demografica, con l’inversione della tendenza migratoria prevalsa in queste aree fino agli anni 1960, si è avuta una ridistribuzione della popolazione a favore delle città principali (oltre al capoluogo, Avezzano e Sulmona), secondo un modello urbano policentrico che sembra destinato a caratterizzare stabilmente l’apparato insediativo e produttivo di tutto il territorio. Nella conca aquilana si sono verificati processi di riassetto funzionale, mediante l’impianto di strutture del terziario avanzato (come il laboratorio di ricerca geofisica nel Gran Sasso) e il consolidamento di un ampio settore industriale specializzato nei comparti elettronico (Avezzano, Carsoli), meccanico e dei beni di consumo (alimentare e abbigliamento), mentre è sempre rilevante l’apporto del settore agricolo; le colture principali sono costituite da cereali, patate, alberi da frutto, vite e ortaggi (specialmente nella conca di Sulmona), barbabietole da zucchero (Fucino). Tuttora praticato l’allevamento ovino. Notevole è lo sviluppo delle attrezzature turistiche, specie per gli sport invernali (Roccaraso, Pescasseroli, Campo Imperatore, Altopiano delle Rocche).
L’ Aquilano è la denominazione corrente della media valle dell’Aterno compresa tra i monti dell’Amiternino, il Gran Sasso, l’altopiano di Barisciano e la catena del M. Ocre. È costituito da due fasce a quota media di 700 m, separate dal solco dell’Aterno; comprende quasi esclusivamente il comune dell’Aquila.