Regione collinare del Piemonte, all’incirca compresa, a N e a O, entro il solco vallivo del Tanaro, a E entro quello della Bormida e a S limitata dallo spartiacque alpino tra Piemonte e Liguria. Vi è situato il complesso di contrafforti, costituiti da terreni calcareo-marnosi, sui quali si coltivano i vitigni produttori dei noti vini piemontesi (barbera, nebbiolo ecc.). Le L. sono attraversate da valli parallele al Belbo, dirette da S a N, che incidono un altopiano in media assai più elevato (650 m) di quello contiguo del Monferrato (350 m). Le colline sono tipicamente solcate da larghe zone a calanchi, la cui facile erodibilità è dovuta alle argille, arenarie e marne azzurre che le costituiscono. I paesi che le costellano sorgono in posizioni pittoresche, per lo più elevate sulle colline, da cui emergono innumerevoli ruderi di antichi castelli e di torri. Nel 2014, insieme al Monferrato e al Roero, le L. sono state inserite nell'elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Nella regione è allevata la pecora delle L., varietà pregiata di razza bergamasca.
Deriva dalle L. il termine langhiano, piano geologico inferiore del Miocene medio. Nel Trevigiano il langhiano è formato da marne, argille e calcari marnosi con Aturia aturi; nel Monferrato orientale si sviluppa invece una facies di calcari detritici bianchi detti localmente pietra da Cantoni e calcare di Rosignano. Nell’area intralpina (Bellunese) si hanno molasse con Odontoceti (Squalodon) e facies marnose glauconitifere con Pettinidi. Facies calcaree organogene e marnose appartenenti a questo piano si sviluppano ampiamente anche nell’Appennino centrale (specie sul versante adriatico) e meridionale (marne a Orbulina e calcari a Briozoi e alghe corallinacee).