(o lapidatura) Lavorazione di finitura di precisione della superficie di un pezzo, eseguita a mano o con lappatrice, dopo una rettifica effettuata con tolleranze molto ristrette (ordine del millimetro); la l. è dovuta all’azione di una polvere abrasiva, cosparsa su un supporto in rame, ghisa, ottone (lapidello) di forma spesso simile a quella dell’oggetto da lappare, oppure portata in sospensione da un liquido (acqua, olio, petrolio), presente con funzione di refrigerante; serve, per es., a eliminare le creste rimaste dopo la rettifica e consente di ridurre la rugosità a valori dell’ordine del decimo di millimetro. La l. di interni si fa con lapidelli speciali animati di moto rotatorio o alternato entro i fori da lappare. Può effettuarsi anche con ultrasuoni, utilizzando appositi utensili.
Le lappatrici (o lapidatrici) hanno forma diversa a seconda della superficie da lappare, quelle per interni sono generalmente verticali; l’utensile (v. fig.) è costituito da un albero a che funge da supporto a spazzole di materiale abrasivo b, collegate all’albero con l’interposizione di molle c (o di tubetti di gomma mantenuti in pressione per mezzo di olio), per mantenere le spazzole a contatto con la superficie del cilindro d da l. esercitando una forza costante. L’utensile è dotato di due movimenti alternativi: uno rotatorio attorno al proprio asse e uno rettilineo lungo lo stesso asse.