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lenizione

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In linguistica, trasformazione fonetica di consonante, che diviene lene (tenue, lieve), acquistando sonorità (per es., lo spagn. amigo dal lat. amicum) o passando, se occlusiva, nella serie delle fricative (per es., aveva dal lat. habebat).

In particolare, l. romanza, quella avvenuta in tutta la Romania occidentale (Iberia, Gallia, Italia settentrionale), consistente, secondo i casi, in sonorizzazione di consonanti sorde del latino classico (sempre in posizione debole) o in spirantizzazione e dileguo di consonanti sonore o sonorizzate. Quella che in origine era una pronuncia trascurata del latino si è poi fissata stabilmente nelle lingue romanze occidentali. Ai primordi della lingua letteraria sparirono le ultime oscillazioni, prevalendo la consonante sorda nella maggior parte delle parole di tradizione ininterrotta (come in amico, vita, capello), sopravvivendo in minoranza le forme lenite (come in pagare, spada, ricevere), e in qualche caso entrambe le forme con distinzione di significato (come in ripa e riva).

I dialetti conservano in gran parte le condizioni antiche, salvo qualche modificazione dovuta a influsso della lingua letteraria e della scrittura: i settentrionali con la l. e con lo scempiamento delle doppie, i centro-meridionali senza né l’una né l’altro. Anche l’Italia centro-meridionale conosce fenomeni di l., ma di origine più recente e tuttora produttivi: tra cui quello romano tra vocali (dato quasi come dado) e quello napoletano dopo nasale (un campo quasi come un gambo).

Vedi anche
sostrato In linguistica, lo strato linguistico al quale, in una determinata area, si è sovrapposta e sostituita, in seguito a conquista o a predominio politico-culturale, una lingua diversa. ● Il concetto di sostrato, applicato e diffuso nella linguistica, insieme al termine, da G.I. Ascoli dal 1867, è stato ... dalmatico Antica lingua neolatina che, parlata nel Medioevo in Dalmazia, si è conservata fino alla seconda metà del 15° sec. a Ragusa e più a lungo nella città di Veglia. Oltre alla documentazione del veglioto, è nota dai documenti che ne registrano parecchi elementi soprattutto lessicali, e dalle parole che le ... Clemente Mèrlo Mèrlo, Clemente. - Glottologo italiano (Napoli 1879 - Milano 1960), figlio di Pietro; prof. di glottologia dal 1908 al 1949, insegnò nell'univ. di Pisa; socio nazionale dei Lincei (1932). Ebbe come campo principale di studî la dialettologia italiana (fondò nel 1924 il periodico Italia dialettale), in ... provenzale Lingua comprendente in senso lato i dialetti della Provenza, della Linguadoca, della Guascogna, del Périgord, del Limosino e dell’Alvernia, oggi sopraffatti dalla diffusione del francese. linguistica Come lingua letteraria il provenzale, o lingua d’oc, è documentato dall’inizio del 12° sec. e non ...
Categorie
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Tag
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  • CONSONANTE
  • FRICATIVE
  • FONETICA
  • ROMANIA
Vocabolario
lenizióne
lenizione lenizióne s. f. [der. di lenire]. – In linguistica, trasformazione fonetica di consonante, che diviene lene, acquistando sonorità (per es., lo spagn. amigo dal lat. amicum) o passando, se occlusiva, nella serie delle fricative...
ségo
sego ségo s. m. [lat. sēbum (v. sebo), con lenizione di -b- in -v- (sevo) e successivo passaggio di -v- a -ġ- (cfr. ùgola, dal lat. uvŭla)] (rarissimo il pl. séghi). – Lo stesso che sévo (forma oggi preferita nel linguaggio tecnico e chimico):...
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