(croato Hvar) Isola dell’arcipelago dalmata (Croazia meridionale; 299 km2 con 12.000 ab. ca.). I canali di Hvar, Korčula (Curzola) e della Neretva (Narenta) la separano dalle isole di Brač (Brazza) e di Korčula e dalla penisola di Pelješac (Sabbioncello). Specie nel versante meridionale sono coltivati l’olivo, la vite, gli agrumi, il tabacco. Attivi la pesca e il turismo. La popolazione, che è in prevalenza croata, vive in piccoli centri di cui i principali sono Lesina (2500 ab. circa), situato sulla costa occidentale, nel fondo di un golfo riparato dalle Isole Spalmadori, e Stari Grad (Cittavecchia).
Circa il 385 a.C. l’isola di L. fu colonizzata dai Pari; raggiunse il massimo splendore dopo la metà del 3° sec., sotto la signoria di Demetrio che fu sconfitto ed esautorato dai Romani (219). In questa occasione l’isola fu presa e devastata; risorse tuttavia più tardi, e fu assai fiorente in epoca imperiale. Fece parte sino all’11° sec. del tema bizantino di Dalmazia, fu quindi occupata dai Narentani, cui nella prima metà del 12° sec. successero gli Ungheresi. Durante il 12° sec. cominciò a formarsi il comune; nel 1145 sorse il vescovado, suffraganeo prima di Zara poi di Spalato. Nel 13° sec., per proteggersi dai Narentani, L. si rivolse a Carlo d’Angiò, poi (1278) si dette a Venezia, insieme a Lissa e Brazza. Ai Veneziani, che vi rimasero sino al 1358, subentrarono i Magiari (sino al 1390); in seguito L. fu dominata dai re di Bosnia, di Ungheria, di Napoli, dal duca Hrvoje, da Ragusa e dal conte Ladislao Jakez. Venezia vi tornò nel 1420, e vi rimase sino al 1797, recando all’isola un lungo periodo di pace. Caduta Venezia, passò all’Austria; dal 1806 al 1813 fu in mano ai Francesi e tornò quindi all’Austria. Occupata dall’Italia il 13 novembre 1918, nel 1921 con il trattato di Rapallo fu ceduta alla Iugoslavia. Invasa dalle truppe italiane nell’aprile 1941 e annessa nel maggio al governatorato italiano di Dalmazia, tornò a far parte della Iugoslavia al termine della Seconda guerra mondiale, nell’ambito della repubblica croata.
Da L. è stata denominata una facies culturale, attribuita al Neolitico finale, testimoniata anche in altre isole della costa dalmata (Korčula, Lastovo) e a Lisičići, in Erzegovina; alcuni elementi si ritrovano fino nei giacimenti del Carso triestino. Caratteristica è la ceramica dipinta in rosso, giallo, grigio e bruno con motivi a spirale, ma è frequente anche la decorazione a incisione, caratterizzata da triangoli, reticolati, e meandri.