(port. Lisboa) Città capitale del Portogallo (2.927.316 ab. nel 2018) e capoluogo dell’omonimo distretto (2801 km2 con 2.819.433 ab. nel 2008), in Estremadura. È la capitale più occidentale dell’Europa continentale (38°42′ lat. N; 9°10′ long. O), essenzialmente caratterizzatasi come centro di scambi economico-culturali di portata transoceanica. Sorge sulla sponda destra dell’estuario del Tago, là dove esso si restringe, dopo l’ampia baia di L., in un canale relativamente angusto (3 km circa di larghezza, 12 di lunghezza), che immette direttamente nell’Atlantico. La città si è sviluppata ad anfiteatro sulla sponda della baia e del canale, per una lunghezza di circa 20 km, occupando una serie di terrazze progressivamente digradanti.
L’antico castrum romano fu cintato, nel 6° sec., durante la dominazione visigota, con mura in parte ancor oggi conservate (Torre do Tombo); si ridusse a un centro senza importanza verso la fine del periodo arabo, ma crebbe di nuovo e rapidamente dopo la riconquista cristiana (1147), sicché la cinta muraria dovette essere allargata nel 14° sec.; la città continuò a espandersi verso N e verso O, fino a raggiungere nel 18° sec. la sua massima estensione prima del moderno sviluppo industriale e commerciale. Il terremoto e il maremoto del 1755 rasero al suolo o danneggiarono gravemente i quartieri che sorgevano su banchi arenacei, poco compatti, del Terziario: circa i due terzi della città furono resi inabitabili e la ricostruzione si protrasse fino alla metà del 19° secolo. Alla vecchia città (Alfama), rimasta pressoché intatta, si vennero aggiungendo a O i nuovi quartieri, a pianta geometrica, che ospitano oggi il centro, mentre i sobborghi continuarono a espandersi, intercalati da vaste zone di verde, lateralmente lungo le rive dell’estuario, e verso l’interno. L’incremento demografico della capitale (che all’epoca del grande terremoto contava 175.000 ab.) si è verificato dal 1880 in poi, ed è continuato molto intensamente fino agli anni 1960, registrando poi un certo ristagno. Allo sviluppo topografico di L. ha notevolmente contribuito la scelta della città quale sede dell’Esposizione Universale del 1998: in tale occasione è stata risanata e opportunamente sistemata una vasta area lungo il Tago e sono stati realizzati numerosi interventi urbanistici, resisi particolarmente necessari dopo il devastante incendio del 1988. Le innovazioni hanno avuto ricadute positive sul piano industriale (tra le nuove opere si annovera un parco tecnologico).
L. è il massimo centro industriale e il porto più attivo del paese; data la posizione all’estremità continentale dell’Europa verso l’Atlantico, è anche centro importante di commercio internazionale e punto di partenza di numerose linee atlantiche intercontinentali. Esporta principalmente prodotti agricoli e minerali, sebbene la gran parte del movimento portuale complessivo sia ormai rappresentata dai prodotti petroliferi. Il settore industriale presenta caratteristiche in buona misura tradizionali: attività principali sono la tessile, la chimica, l’alimentare, la meccanica e la cantieristica. La mitezza del clima e le rilevanti bellezze naturali e artistiche danno notevole incremento al turismo. La città è importante nodo ferroviario, cui fa capo la rete del Portogallo centro-settentrionale, mentre le linee meridionali convergono al centro di Barreiro, di fronte alla capitale, sulla opposta sponda della baia.
Un ardito ponte sospeso, lungo 2770 m, la cui costruzione è stata ultimata nel 1966, collega le due rive del Tago, agevolando le comunicazioni fra il centro cittadino e la penisola di Setúbal, dove si sono localizzati impianti siderurgici.
Antica città fenicio-iberica, Olisip(p)o è ricordata la prima volta come base delle operazioni militari romane contro i Lusitani (138 a. C.); municipio già in età augustea con il nome di Felicitas Iulia, fu capitale della Lusitania sino alla fondazione di Emerita Augusta (Mérida). Della città antica restano scarsissimi avanzi nel castello di São Jorge, soprattutto strutture pertinenti alla scena del teatro (proscaenium, con gli apprestamenti sottostanti). Nel 457 L. (che già nel 357 era sede episcopale) fu conquistata dagli Svevi, poco dopo dai Visigoti, e nel 711 dagli Arabi. Di questi rimase possesso, salvo brevi interruzioni, fino a che Alfonso Henriques, primo re di Portogallo, nel 1147 riuscì a occuparla, aiutato da truppe crociate spintesi all’estuario del Tago.
Nel 1256, Olissibona o Lisabona, per decisione di Alfonso III, che aveva deposto il fratello Sancio II, divenne capitale del paese; fu sede universitaria dal 1288 a opera di re Dionigi. Dal 15° al 16° sec. fu il più grande centro commerciale europeo, attivissimo porto per le navi provenienti dalle Indie e dal Brasile. Nel 1506 fu teatro del massacro della popolazione ebraica e nel 1640 dell’insurrezione contro il dominio dei re spagnoli, cui fu vittoriosamente contrapposto il duca di Braganza Giovanni IV. La città fu colpita da terremoti nel 1531, nel 1551, nel 1595 e nel 1755; da quest’ultima sciagura (che provocò 40.000 vittime) risorse, per impulso del ministro marchese di Pombal, ancora più grandiosa. Nel 1820 vi scoppiò la rivoluzione costituzionale; dopo lunghe vicissitudini fu nel 1833 conquistata dai liberali. Nel 1910 fu ancora teatro della rivoluzione che condusse alla instaurazione nel Portogallo della Repubblica.
La cattedrale (12° sec.), danneggiata dal terremoto, è stata rifatta all’esterno nel 18° sec., conservando l’interno romanico; il chiostro è del 14° secolo. Il monumento gotico più importante, di stile ‘manuelino’, variante nazionale del gotico flamboyant, è il monastero dei Jerónymos, a Belém (16° sec.), con chiesa a tre navate su pilastri ottagonali, notevole volta del transetto, cappella absidale rinascimentale e numerose tombe reali cinquecentesche; chiostro a due ordini di bifore. Sulle rive del Tago si innalza la torre di Belém, un tempo costruita al centro del fiume, anch’essa di stile manuelino. La chiesa di S. Vicente de Fora (1582-1627, progetto di F. Terzi) è uno dei più importanti esempi rinascimentali, riccamente decorata. Nella chiesa dei gesuiti, S. Roque (1570, su progetto di F. Terzi), sono notevoli la cappella di S. Giovanni Battista, costruita a Roma nel 1742 (L. Vanvitelli e N. Salvi), poi montata a Lisbona, e il ricchissimo tesoro di argenti, opera di orefici romani. Molte chiese e case di L. sono rivestite all’interno di mattonelle di maiolica bianca e azzurra (azulejos) a soggetti sacri o galanti. La chiesa del convento della Madre de Deus (16° sec., rifatto nel 18°) è diventata museo dell’azulejo. Dopo il terremoto, fu costruita la Praça do Comércio, con portici neoclassici. Il castello di S. Jorge, sulla collina che domina L., conserva dell’antica struttura la fortezza dalle dieci torri. Notevoli i musei di arte antica e contemporanea, musei tematici e centri espositivi (Centro Belém di V. Gregotti e M. Salgado, 1993; Museu Arpad Szenes-Vieira da Silva, 1994 ecc.). Occasione di nuove realizzazioni è stata l’Expo del 1998 (Stazione d’Oriente, S. Calatrava; ecc.). Di rilievo: Casa del Cinema, di E. Souto de Moura, 2002; Rettorato della Nuova Università, di A. Mateus e Ass., 2003.
Trattato di L. Firmato il 13 febbraio 1668, pose termine alla lotta iniziata dal 1640 dai Portoghesi contro il dominio spagnolo: la mediazione inglese e la contemporanea guerra di ‘devoluzione’, che impegnava le sue truppe contro i Francesi di Luigi XIV nelle Fiandre, costrinse il re di Spagna a riconoscere l’indipendenza del Portogallo.