Commedia (411 a. C.) del commediografo greco Aristofane (445 a. C. circa - 385 a. C. circa), rappresentata nelle Lenee, per mezzo di Callistrato.
Approfondimento da Aristofane di Ettore Romagnoli (Enciclopedia Italiana)
§ Lisistrata. - Fu rappresentata alle Lenee del 411. Momento politicamente tristissimo. Mentre gli animi erano tuttora prostrati dall'orrendo lutto di Sicilia, la guerra del Peloponneso riavvampava furiosa, e le sciagure succedevano alle sciagure. Aristofane spezza, anche una volta, una lancia per la pace; ma, convinto oramai che sugli uomini c'era da far poco conto, affida la sua causa a una donna, Lisistrata (nome che significa la "Scioglieserciti").
Lisistrata, dunque, fa appello a tutte le donne di Grecia. Le fa radunare di buon mattino, e partecipa ad esse il suo alto disegno: il ristabilimento della pace. Per conseguirla, basta una semplice cosa: che esse si rifiutino ai loro mariti finché non si risolvano a deporre le armi. La meta entusiasma, il modo di raggiungerla assai meno. Tuttavia si convincono, e, occupata l'Acropoli, incominciano la nuova guerra di secessione. Gli uomini tentano di scacciarle, ma hanno la peggio; e in un lungo dibattito con un commissario Lisistrata sostiene con grande e arguta eloquenza la sua tesi pacifista. Intanto, a mano a mano, gli uomini si trovano in condizioni tali da dover implorare la pace. Viene dapprima un Ateniese, un certo Cinesia, che rappresenta tutta la cittadinanza; ma poco dopo arrivano prima un araldo e poi dei plenipotenziarî spartani, costretti anch'essi, dall'intransigenza delle loro donne, a domare gli umori bellicosi. Tanto a loro quanto agli Ateniesi Lisistrata rivolge un'orazione, piena di saggezza e di alto senso patrio; e la riconciliazione è celebrata con bellissimi e serî canti di Spartani e di Ateniesi.
In questa commedia il coro è diviso in semicori, di vecchie e di vecchi, sempre in contrasto, sino ad una comica pacificazione. Però dalla Lisistrata comincia lo scadimento della parte corale, che seguiterà sino al Pluto, con la sola eccezione delle Rane.