Nell’antica Roma, i giochi, per lo più a cura dello Stato e quindi pubblici e gratuiti, ma talvolta allestiti da privati anche a pagamento, che si tenevano nel circo o in un teatro in occasione di feste religiose e politiche. In generale erano promossi dai magistrati (l. votivi) in occasione di pericoli di guerra, pestilenze ecc., e quindi la loro celebrazione aveva un carattere di ringraziamento o di propiziazione. Potevano essere stabili (annui) o straordinari; erano detti circenses se si celebravano con gare nel circo; scaenici se avevano luogo in un teatro mediante rappresentazioni ecc. La cura dei l., originariamente dei consoli, passò agli inizi del 5° sec. a.C. agli edili e in età augustea ai pretori.
Tra i più antichi e più noti sono: l. circenses, secondo la tradizione istituiti da Romolo, che si svolgevano originariamente nella valle Murcia (poi nel Circo Massimo) con corse di carri e di cavalli; l. Apollinares, istituiti nel 212 a.C. quando Roma parve minacciata da Annibale; l. Ceriales, in onore di Cerere; l. Megalenses, in onore della Magna Mater, il cui simulacro aniconico fu trasferito a Roma da Pessinunte nel 205 a.C. (i l. ebbero inizio solo nel 191); l. Florales, in onore di Flora, inaugurati nel 238 a.C.; l. Romani o Magni, di carattere patrizio, creati da Tarquinio Prisco; l. plebei, istituiti dopo la secessione della plebe sull’Aventino; l. saeculares, datati come inizio al 509, che si tennero solo 10 volte in tutta la storia di Roma. Tra i l. di creazione più recente, quelli istituiti da Silla (82 a.C.), da Cesare (46 a.C.), da Augusto (l. Augustales, l. Martiales), da Nerone (l. iuvenales), da Diocleziano, dai Tetrarchi e da Costantino tra la fine del 3° sec. e gli inizi del 4° d.C.
La durata dei singoli l., che prima era generalmente di un solo giorno, crebbe con il tempo: in età cesariana occupavano 65 giorni all’anno e nel 4° sec. d.C. 175 giorni. Un’imperfezione nelle cerimonie religiose connesse ai l., o altro simile accadimento, implicava la ripetizione (instauratio) totale o parziale dei l. medesimi.
Carattere di gioco avevano i l. castrenses («giochi d’accampamento») che i soldati romani facevano quando erano accantonati, per alleviare in qualche modo le fatiche della guerra.