(o Mare Artico) Mare compreso tra le coste settentrionali dei continenti eurasiatico e nordamericano, vasto circa 14.000.000 km2. Il nome gli fu dato da C.-P. Fleurieu nel 1797.
Si apre in corrispondenza dello Stretto di Bering (largo 92 km, profondo anche meno di 50 m), dei canali dell’Arcipelago artico americano (Artide), e, per 1500 km, tra la Groenlandia e la Penisola Scandinava. Limite con l’Oceano Atlantico può considerarsi la soglia sottomarina tra Groenlandia e Scozia, che forma una barriera alle acque polari di fondo. Comprende il Mar di Barents (con il Mar Bianco), il Mar di Kara, il Mar di Nordenskiöld, la Baia di Baffin, la Baia di Hudson (vasta 1 milione di km2), i mari di Norvegia e di Beaufort, completamente aperti, e i canali dell’Arcipelago artico americano.
Per la parte maggiore, il Mar Glaciale A. è di notevole profondità: George H. Wilkins, nei margini nord-occidentali del Mar di Beaufort, misurò la profondità massima di 5450 m. Fondi molto bassi sono invece lungo le coste siberiane orientali e nella Baia di Hudson. Dalla soglia tra l’Islanda e le isole Fær Øer penetrano nell’A. le acque relativamente calde della Corrente del Golfo, che raggiungono le coste norvegesi e il Mar di Barents, e a volte la Novaja Zemlja e l’isola più meridionale delle Svalbard. Via via che avanza verso N l’acqua calda, più salata e più densa, scende in profondità. Le acque superficiali della zona circumpolare sono poco salate e hanno temperature molto basse (alla profondità di 50 m −1,8 °C).
Il Mar Glaciale A. ha un moto generale di deriva dalle coste siberiane verso l’uscita tra la Groenlandia e le Svalbard, dove le acque superficiali originano una corrente che si sposta verso la Groenlandia e trascina, fin presso Terranova, frammenti di banchisa e iceberg. I ghiacci sono di acqua dolce e di acqua salata. I primi provengono dai fiumi nordamericani e siberiani e dai ghiacciai groenlandesi, i secondi traggono origine dal congelamento dell’acqua marina (a valori tra −1,7 e −2 °C). Se ne formano campi (banchisa) a volte di migliaia di km2, che i moti più violenti del mare rompono in frammenti, accavallandoli in una banchisa fortemente accidentata (pack). I limiti della banchisa sono variabili: in primavera la aggiunge generalmente, l’isola Jan Mayen, ma di qui il limite si sposta decisamente a NE lasciando libero in estate un ampio tratto a O delle Svalbard.