La prima delle operazioni di raccolta dei cereali maturi, che consiste nel taglio delle piante. Può essere eseguita a fior di terra oppure lasciando una stoppia abbastanza alta; nel primo caso la trebbiatura riesce più lunga e costosa, ma si ha maggior quantità di paglia e più facile lavorazione del terreno; il secondo caso si applica quando si abbia una leguminosa foraggera in consociazione e quando si pratichi l’incendio delle stoppie.
Nel passato la m. si eseguiva con strumenti a mano, quali la falciola, la falce fienaia armata e la falce fiamminga, poi sostituiti dalle mietitrici meccaniche, dotate da organo di taglio con lama a sega animata da moto alternativo. A queste si preferiscono oggi le mietilegatrici (per piccole produzioni) e soprattutto le mietitrebbiatrici (per medie ed elevate produzioni) per il minore impiego di manodopera.
La mietilegatrice (detta anche mietilega) taglia gli steli dei cereali, forma i covoni, li lega e li deposita nel campo via via che avanza.
La mietitrebbiatrice (detta anche mietitrebbia o, con termine inglese, combine) opera insieme m. e trebbiatura. Si compone (fig.) di un telaio semovente su ruote gommate o cingolate, che porta nella parte anteriore gli organi per la mietitura (alzaspighe, aspo rotante, barra falciante); subito dopo, sono disposti la coclea convogliatrice e il canale alimentatore, che trasferiscono il prodotto agli organi trebbianti (cilindro battitore, piano preparatore, scuotipaglia a batterie e crivello a lamelle). Completano la macchina la coclea e il serbatoio per il cereale, la coclea di svuotamento e il trinciapaglia. Alcune mietitrebbiatrici operano anche l’insaccamento dei cereali.