Strumento musicale ad aria, costituito da una serie di canne in cui viene immessa, per mezzo di un mantice o altro meccanismo, aria che le fa vibrare, con un’emissione di suoni regolata da tastiere e pedaliera; attraverso il somiere (una cassa di legno) l’aria trova un regolato adito alle canne (v. fig.). L’o. è in uso soprattutto nelle chiese, per l’esecuzione di musica sacra, ma viene impiegato anche in orchestra, per accompagnamento e come strumento solista.
Il primo o. di cui si abbia notizia è l’hydraulos, o. ad acqua comunemente attribuito a Ctesibio d’Alessandria: sua caratteristica era quella di produrre la costante corrente dell’aria mediante la pressione dell’acqua. All’età antica risalgono anche gli o. a mantice, che dopo il 4° sec. sembrano rimanere soli in campo. Dal 5° al 7° sec. l’o. decadde, in Occidente, fin quasi all’abbandono completo. I primi o. ricomparsi in seguito venivano da Bisanzio; l’arte organaria, per tutto il Medioevo, fu coltivata dai monaci.
Punto di partenza per l’evoluzione dell’o. medievale fu l’invenzione del ventilabro, che corregge ogni eventuale eccedenza d’aria. Esso permise la fabbricazione di o. di tre diversi tipi: il piccolo ‘portativo’ che l’organista portava a tracolla, alzando i mantici con la mano sinistra e toccando i tasti con la destra; il medio ‘positivo’, che si appoggiava su qualche supporto; il grande o. che poi sopravvisse agli altri due tipi. La pedaliera comparve alla metà del 14° sec. nei Paesi Bassi; i registri a funzione timbrica risalgono al 15° secolo. Minute e molteplici le trasformazioni del somiere, come del resto di tutte le parti dello strumento, da allora a oggi.
L’installazione dell’o. nelle chiese e nelle sale da concerto ha dato origine a soluzioni architettoniche caratteristiche e talora grandiose della fronte esterna dello strumento, detta mostra d’o., che ha preso l’aspetto di una ricca architettura lignea, adorna di pitture e rilievi, inquadrante serie di canne disposte simmetricamente.
Sono in uso anche o. elettrici ed elettronici, con particolari effetti sonori. Nell’o. elettrico il suono relativo a ogni nota si ottiene inviando una corrente elettrica di frequenza e di forma opportuna a un sistema di altoparlanti. Si distinguono gli o. elettrici propriamente detti, nei quali i generatori erano solitamente di tipo elettromagnetico, dagli o. elettronici, che usavano, in passato, come generatori di tono, oscillatori a tubi termoelettronici o a transistori soppiantati poi da particolari circuiti integrati. Fra i primi, il più noto e diffuso era l’o. Hammond, i cui generatori di tono – in numero di 91 – erano piccoli alternatori azionati simultaneamente da un unico motore sincrono.