Attrezzo da lavoro, montato sul banco o sulla piattaforma di una macchina utensile, per bloccare il pezzo durante la lavorazione. In generale è costituita da due ganasce con superfici striate per meglio bloccare il pezzo, una fissa e l’altra mobile, comandata da un dispositivo a vite-madrevite, a bocciolo o camma, a bilanciere idraulico. Esistono m. per legno e per i metalli. Queste ultime si possono distinguere in m. a cerniera oppure a gambo e in m. parallele. Nelle prime, ormai poco usate per problemi di parallelismo fra le superfici delle ganasce, la ganascia mobile è incernierata sull’altra, che si prolunga in basso con un gambo mediante il quale è fissata al banco, ed è comandata da una vite a filetto quadro che deve vincere l’azione di una molla che la tiene discosta. Nelle seconde (fig.), la ganascia mobile è accoppiata prismaticamente con quella fissa e si sposta quindi parallelamente a sé stessa mediante una vite o una camma; non vi sono problemi di parallelismo fra le superfici delle ganasce. M. speciali sono quelle a comando idraulico, nelle quali la ganascia mobile è azionata da un bilanciere mosso a sua volta dallo stelo di uno stantuffo scorrevole in un cilindro a olio, e quelle per tubi, in cui le superfici di presa delle ganasce sono ad angolo retto ed eventualmente dentellate per assicurare maggiormente la presa.
Nelle strutture in muratura costituite da due o più paramenti verticali affiancati, ogni pietra o mattone (detta anche ammorsatura o immorsatura) che per la sua maggiore lunghezza sporge dalle altre dello stesso corso esercitando un’azione di collegamento (o di ammorsamento) con il paramento contiguo; è un tipo di attacco che serve a dare una migliore continuità diminuendo il pericolo delle incrinature, che si possono formare lungo l’unione per l’assestamento della nuova costruzione.