Strumento di misura, detto anche analizzatore (o misuratore) universale (o tester), per tensioni e correnti (anche alternate), resistenze e spesso altre grandezze quali capacità, frequenza, attenuazione, temperatura (quest’ultima attraverso la misura della tensione prodotta da una termocoppia).
Era originariamente basato su un microamperometro elettromagnetico o elettrodinamico e su una serie di configurazioni circuitali di misura selezionabili manualmente, a mezzo di jack, interruttori o commutatori rotanti, atte a ottenere la misura della grandezza voluta con la portata richiesta. La sensibilità del microamperometro definiva la classe dello strumento. L’entità della perturbazione introdotta nel circuito sotto misura era indicata attraverso l’impedenza di ingresso dello strumento configurato come misuratore di tensione con fondo scala di 1 volt. Valore tipico di tale impedenza per strumenti di questo genere era di qualche decina di kΩ/volt. Un significativo progresso è stato ottenuto basando il m. su un voltmetro elettronico. Si sono così raggiunti valori dell’impedenza di ingresso, negli strumenti di uso comune, di qualche MΩ/volt. Si sono poi diffusi m. con ingresso a FET basati su un voltmetro digitale. Questi strumenti presentano un’impedenza di ingresso di molte decine di Mohm/volt.
L’introduzione del microprocessore nei m. ha consentito la presentazione delle letture su display digitale a cristalli liquidi, l’automatizzazione della scelta del fondo scala, l’autozero per la compensazione degli offset (errori di fuori zero), l’autocalibrazione, l’interazione tra strumento e computer attraverso la trasmissione dei valori delle misure.