Movimento di contestazione del processo di globalizzazione, considerato come fonte di inaccettabili iniquità tra Nord e Sud del mondo e all’interno delle singole società nazionali. I suoi militanti pongono in particolare sotto accusa il potere delle multinazionali e le politiche seguite dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) e dalla WTO (World Trade Organization). Proprio le manifestazioni e i disordini scoppiati a Seattle nel 1999 in occasione dell’Assemblea dei paesi membri della WTO fecero conoscere al mondo la rete no-global. Nel 2001 il movimento diede vita al Social Forum di Porto Alegre, in contrapposizione al World Economic Forum di Davos; lo stesso anno fu protagonista di un’ampia mobilitazione contro la riunione del G-8 di Genova, degenerata in gravi scontri e repressa dalle forze dell’ordine con ingiustificate violenze, condannate nel 2015 dalla Corte europea per i diritti umani. Nei decenni successivi, diffusosi dagli Stati Uniti in Europa, il movimento ha impresso un forte segno pacifista alle sue iniziative, finalizzate alla costruzione di un modello di crescita consapevole e alternativo a quello dominante.