Medico, psicologo e pedagogista belga (Ronse 1871 - Bruxelles 1932); uno dei maggiori rappresentanti della pedagogia scientifica e uno degli iniziatori dello sperimentalismo pedagogico. Pensiero. Nello studio delle attività di apprendimento il D., ispirandosi anche alla scuola logica della Gestalt, afferma che il bambino coglie "globalmente" nella percezione l'oggetto che gli si presenta in situazioni concrete, in cui, oltre all'attività percettiva, entrano in gioco anche le emozioni, gli interessi, gli "stati d'animo". La percezione degli elementi semplici avviene solo successivamente attraverso un processo di analisi. Tra gli interessi del soggetto che sono di maggior stimolo alla funzione globalizzatrice sono quelli che si innestano sui quattro "bisogni" fondamentali: di nutrirsi, di ripararsi, coprirsi e proteggersi dalle intemperie, di difendersi dai pericoli, di lavorare in comune. Dal concetto di interesse discende per il D. un'importante innovazione didattica ormai largamente diffusa in tutto il mondo, quella del "metodo globale" applicato all'apprendimento del leggere e dello scrivere, che avviene non per singoli elementi (lettere, vocali, sillabe), ma per frasi intere o per parole che abbiano un significato compiuto, e che quindi si leghino all'"interesse". Con D. ha avuto inizio la pedagogia sperimentale e quantitativa, che utilizza cioè procedimenti scientifici moderni di tipo statistico e matematico nella determinazione dei risultati dell'azione didattica.
Sue opere principali sono: L'initiation à l'activité intellectuelle et motrice par les jeux éducatifs, 1922 (trad. it. 1961), La fonction de globalisation et l'enseignement, 1925 (trad. it. 1953), L'évolution de l'activité chez l'enfant, 1927 (trad. it. 1955), Introduction à la pédagogie quantitative, 1929 (in collaborazione con R. Buyse).