Comune della prov. di Roma (47,1 km2 con 19.251 ab. nel 2008, detti Prenestini). Sorge a 450 m s.l.m. su uno sprone dei Monti Prenestini avanzato verso la campagna romana. Tradizionale l’artigianato del ricamo e della lavorazione del rame. Importante il turismo.
Già fiorente nell’8° sec. a.C., l’antica Praeneste fece parte della lega delle 30 città latine finché, nel 499 a.C., passò dalla parte di Roma; dopo l’invasione gallica iniziò contro Roma una serie di ostilità sino alla fine della guerra latina (338 a.C.), quando si sottomise e divenne città alleata; dopo la guerra sociale divenne municipio (90 a. C.); nell’82 a.C. fu presa e saccheggiata da Silla che ne fece una colonia militare; il rango di municipio le fu restituito da Tiberio. Durante il Medioevo P. fu infeudata ai conti di Tuscolo; passò poi ai Colonna. Distrutta da papa Bonifacio VIII nel 1297, risorse dalle rovine nel 1306 con il favore di Clemente V e nei decenni successivi costituì nuovamente un baluardo dei Colonna nella loro lotta contro Cola di Rienzo e durante l’esilio dei papi ad Avignone. Tornata la curia a Roma, la partecipazione di Lorenzo, signore di P., alla guerra contro Eugenio IV causò nuovamente la rovina della città, che nel 1436 fu conquistata dal cardinale Vitelleschi e sgombrata dagli abitanti. Rappacificatisi infine con la Chiesa, i Colonna ne riottennero il possesso nel 1447; eretta in principato (1572), nel 1630 la città passò per acquisto ai Barberini. Nel 1849 P. fu teatro di una brillante vittoria di G. Garibaldi, a difesa della Repubblica romana, sulle truppe di Ferdinando II di Borbone.
Monumento insigne di P. è il grandioso santuario oracolare della Fortuna Primigenia, sviluppato architettonicamente dal basso verso l’alto dal 2° sec. a.C. all’età sillana, sotto l’influsso dell’architettura ellenistica; nella parte inferiore fu trovato nel 17° sec. un celebre mosaico policromo nilotico.