Storico italiano (Torino 1925 - Roma 1988). Partigiano, nell'immediato dopoguerra s'iscrisse al PCI e fu redattore de l'Unità (1948-64). Prof. dal 1967, insegnò storia contemporanea all'univ. di Cagliari e storia dei partiti politici all'univ. di Roma La Sapienza. Studioso delle origini e delle vicende del movimento operaio italiano, tra le sue opere più importanti va citata un'ampia Storia del Partito comunista italiano (5 voll., 1967-75). *
Nella Resistenza fu partigiano combattente nelle brigate Giustizia e libertà e nel 1946 si iscrisse al Partito comunista italiano. Fu redattore de l'Unità (1948-64, prima a Torino, poi a Roma), vivendo dall'interno il travaglio della nuova generazione comunista: dopo l'intervento sovietico in Ungheria, nel 1956, firmò il famoso appello dei 101 intellettuali comunisti che criticavano la direzione del partito, schierata con P. Togliatti a sostegno della repressione dei moti popolari, ma a differenza di altri non lasciò il PCI. Iniziava intanto a pubblicare i libri di storia che lo avrebbero reso noto. Dapprima i saggi sulla storia del proletariato torinese: Socialismo e classe operaia a Torino dal 1892 al 1913 (Torino 1958), Torino operaia nella grande guerra (ibid. 1960), maturando una crescente attenzione al biennio rosso e a Gramsci politico e giornalista: L'occupazione delle fabbriche (ibid. 1964), Gramsci e "L'Ordine nuovo" (Roma 1965), "L'Ordine nuovo" e i consigli di fabbrica (Torino 1971). In seguito rifuse alcuni di questi scritti in Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis a Gramsci (ibid. 1972). Cessato il giornalismo professionale (era stato anche redattore de Il Contemporaneo), dal 1967 insegnò storia contemporanea all'università di Cagliari, quindi storia dei partiti politici all'università di Roma La Sapienza. Nel 1972 divenne membro del comitato centrale del PCI. Dall'incontro degli interessi politici e storiografici venne la sua opera maggiore, la già citata Storia del Partito comunista italiano, la prima ampia ricostruzione della storia del Pci dalla fondazione al 1945, condotta su una sistematica e vasta indagine archivistica e sostenuta da una robusta apertura critica e metodologica. Con questo lavoro Spriano accompagnò la discussione, che investiva le molte anime del comunismo italiano ma che certo non riguardava solo queste, sul futuro del socialismo e sul rapporto tra socialismo e democrazia. Non a caso le sue opere successive furono dedicate in particolare al rapporto tra il comunismo italiano e l'Unione Sovietica, argomento che di quella discussione costituiva il luogo più spinoso e controverso: Gramsci in carcere e il partito, Roma 1977; Il compagno Ercoli. Togliatti segretario dell'Internazionale, ibid. 1980; I comunisti europei e Stalin, Torino 1983. Si volse poi, nel suo ultimo libro (Le passioni di un decennio. 1946-1956, Milano 1986, scritto in una fase critica del PCI), a rileggere figure, momenti e situazioni del primo decennio repubblicano. S. morì improvvisamente a Roma il 26 settembre 1988.Tra gli altri libri, Gramsci e Gobetti, Torino 1977; Sulla rivoluzione italiana, Torino 1978; Intervista sulla storia del PCI, Roma-Bari 1979. Curò anche edizioni di scritti di Gobetti, Gramsci, Togliatti.