Filosofo (Tropea 1770 - Napoli 1846). Fece i suoi studî prima nel seminario di S. Lucia del Mela (Messina), poi in Tropea, sotto la direzione di G. A. Ruffa e di I. Barone; dal 1831 prof. all'univ. di Napoli. Scarsa la sua partecipazione alla vita pubblica: fu controllore delle imposte sotto il dominio francese, e pubblicò due opuscoli sulla libertà individuale quando (1820) fu concessa la Costituzione. Nella sua concezione filosofica, dove si avvertono influssi da un lato di Leibniz e di É. Bonnot de Condillac e dall'altro di Kant, si propose di meglio costruire l'edificio razionale della verità che Kant aveva aspirato a erigere (secondo il G. senza riuscirvi, per la conclusione scettica implicita nel suo soggettivismo aprioristico), pur tenendo insieme conto delle premesse del sensismo. Ma il merito maggiore del G. sta nell'aver portato alla conoscenza degli Italiani, attraverso acute analisi ed esposizioni critiche, il movimento di pensiero che s'era svolto o si stava svolgendo in Europa. Opere principali: Memoria apologetica (1795); Sull'analisi e la sintesi (1807; rist. 1935); Saggio filosofico sulla critica della conoscenza (1819); Lettere filosofiche sulle vicende della filosofia, relativamente a' principi delle conoscenze umane da Cartesio sino a Kant inclusivamente (1827, opera che è considerata come il primo degno saggio di storia della filosofia in Italia); Filosofia della volontà (1832-40). Della Storia della filosofia, che egli intendeva scrivere, fu compiuto solo il primo volume.