In geomorfologia, termine utilizzato per indicare una serie di fenomeni e processi che avvengono nelle regioni a clima freddo, in un areale esterno a quello del limite delle nevi persistenti, dove si alternano continue fasi di gelo e disgelo. Gli agenti principali che dominano in un sistema p. sono: a) la temperatura, che provoca il congelamento e lo scioglimento delle acque così come il congelamento del terreno per determinati periodi di tempo; b) la neve, che agisce sia direttamente attraverso l’erosione meccanica e chimica sia indirettamente ostacolando lo sviluppo di altri processi p.; c) le acque correnti, che erodono e modellano i versanti e i fondi vallivi; d) il vento. Gli ambienti p. si sviluppano in due zone climatiche particolari: quella delle elevate altitudini e quella delle alte latitudini. Nel primo caso il processo che opera a più larga scala e che, in funzione della latitudine, può assumere ritmi anche giornalieri, è rappresentato dal gelo e dal disgelo (processo criergico). Un tipico fenomeno è rappresentato dal ghiaccio aciculare (pipkrakes), che si forma a causa del gelo notturno nel terreno umido: gli aghetti di ghiaccio, crescendo dal basso verso l’alto, sollevano diversi tipi di particelle: i continui cicli di gelo e disgelo portano alla rimozione di notevoli quantità di materiale; altro fattore dominante è costituito dalle acque correnti. Nelle alte latitudini, che corrispondono alle regioni subpolari dell’emisfero settentrionale, il clima è caratterizzato da inverni rigidi e da estati molto brevi, durante le quali il terreno non disgela completamente. In queste zone la parte più superficiale del terreno è chiamata strato attivo o mollisol; al di sotto è presente invece il permafrost, che costituisce uno strato permanentemente gelato.