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periglaciale

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In geomorfologia, termine utilizzato per indicare una serie di fenomeni e processi che avvengono nelle regioni a clima freddo, in un areale esterno a quello del limite delle nevi persistenti, dove si alternano continue fasi di gelo e disgelo. Gli agenti principali che dominano in un sistema p. sono: a) la temperatura, che provoca il congelamento e lo scioglimento delle acque così come il congelamento del terreno per determinati periodi di tempo; b) la neve, che agisce sia direttamente attraverso l’erosione meccanica e chimica sia indirettamente ostacolando lo sviluppo di altri processi p.; c) le acque correnti, che erodono e modellano i versanti e i fondi vallivi; d) il vento. Gli ambienti p. si sviluppano in due zone climatiche particolari: quella delle elevate altitudini e quella delle alte latitudini. Nel primo caso il processo che opera a più larga scala e che, in funzione della latitudine, può assumere ritmi anche giornalieri, è rappresentato dal gelo e dal disgelo (processo criergico). Un tipico fenomeno è rappresentato dal ghiaccio aciculare (pipkrakes), che si forma a causa del gelo notturno nel terreno umido: gli aghetti di ghiaccio, crescendo dal basso verso l’alto, sollevano diversi tipi di particelle: i continui cicli di gelo e disgelo portano alla rimozione di notevoli quantità di materiale; altro fattore dominante è costituito dalle acque correnti. Nelle alte latitudini, che corrispondono alle regioni subpolari dell’emisfero settentrionale, il clima è caratterizzato da inverni rigidi e da estati molto brevi, durante le quali il terreno non disgela completamente. In queste zone la parte più superficiale del terreno è chiamata strato attivo o mollisol; al di sotto è presente invece il permafrost, che costituisce uno strato permanentemente gelato.

Vedi anche
permafrost In geologia, termine, introdotto nel 1943 dallo statunitense S. W. Muller, che indica lo strato di terreno permanentemente gelato che si trova, a profondità non minori di qualche metro, nel sottosuolo di varie zone, specialmente ad alta latitudine e ad alta quota; si stima che il permafrost si estenda ... rockglacier In geomorfologia, massa di detriti poco elaborati (a spigoli vivi) che si origina dalle falde detritiche dei circhi e dei versanti montuosi in ambiente periglaciale. Ha forma allungata e rilevata rispetto al terreno circostante e presenta una fronte con un pendio alto e ripido. La presenza sulla superficie ... pingo In geomorfologia, collinetta cupoliforme (altezza massima 50 m), che si forma in ambiente periglaciale (zone interessate dal permafrost), costituita da un nucleo centrale di ghiaccio il quale, espandendosi, ha sollevato il terreno circostante, generalmente costituito da sabbie e silt. suolo Superficie del terreno, in particolare, lo strato più superficiale di esso, formatosi in seguito all’alterazione del substrato roccioso per successive azioni fisiche, chimiche, biologiche da parte di agenti esogeni e degli organismi che vi si impiantano. È oggetto di studio della pedologia. ● La formazione ...
Categorie
  • GEOMORFOLOGIA in Geologia
Tag
  • GEOMORFOLOGIA
  • TEMPERATURA
  • LATITUDINE
  • EROSIONE
Altri risultati per periglaciale
  • periglaciale
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    periglaciale [agg. Comp. di peri- e glaciale] [GFS] Nella geografia fisica, di fenomeni e formazioni in prossimità di ghiacciai: disgelo p., laghetti p., ecc.
Vocabolario
periglaciale
periglaciale agg. [comp. di peri- e glaciale]. – In geografia fisica, suolo p. (o crionivale), tipo di suolo la cui struttura e il cui aspetto sono dovuti all’azione del gelo discontinuo o alla neve o alle acque di fusione di essa; è esclusivo...
suffoṡióne
suffosione suffoṡióne s. f. [der. di suffondere]. – In geologia, fenomeno tipico delle zone a clima periglaciale, caratterizzato da zampilli d’acqua provenienti da uno strato sotterraneo attraverso un sottile strato superficiale d’argilla...
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