Malattia infettiva e contagiosa dovuta a un microrganismo specifico, Yersinia pestis o cocco-bacillo di A. Yersin e S. Kitasato, dal nome dei ricercatori che lo scoprirono nel 1894.
La p., oltre all’uomo e ad alcuni carnivori (come la volpe), colpisce i roditori selvatici (topo, ratto, marmotta, scoiattolo, coniglio, lepre) che costituiscono il serbatoio biologico dell’agente pestoso. In essi l’infezione può decorrere cronicamente e ben tollerata, per dar luogo, periodicamente, ad accessi epizootici che possono precedere epidemie umane. Le modalità di diffusione della p. (fra i ratti e dai ratti all’uomo) sono state chiarite dalle ricerche condotte in India dalle Commissioni inglesi per la p. tra il 1905 e il 1914. Esse appurarono che le epidemie di p. umana erano precedute da epizoozie tra i ratti (di chiavica o neri) dapprima e tra i topi comuni delle case poco dopo; e che la trasmissione dell’infezione da animale ad animale e da animale a uomo ha luogo di solito per mezzo delle pulci del genere Xenopsylla e di altri generi, che pungono l’uomo solo in mancanza del loro ospite preferito, ossia soltanto dopo una moria di ratti.
Dopo una breve incubazione di 2-5 giorni, la p. ha inizio con febbre alta, dolori di capo e alla colonna vertebrale, vertigini, delirio e altri disturbi poco tipici. Nella seconda o terza giornata si delinea la forma clinica della malattia, che nella maggioranza dei casi è rappresentata dalla cosiddetta p. bubbonica, caratterizzata da tumefazione di uno o più gangli linfatici. Questi presentano segni di infiammazione acuta emorragica e suppurativa e prendono il nome di bubboni pestosi. La prognosi della p., una volta estremamente grave (mortalità intorno al 40-50% per la p. bubbonica, quasi del 100% per la p. polmonare, dovuta a localizzazione primitiva dell’infezione nei polmoni), è notevolmente migliorata con l’avvento dei chemioterapici e degli antibiotici (streptomicina, kanamicina, tetraciclina). La profilassi richiede l’isolamento degli ammalati e dei portatori di bacilli pestosi, la derattizzazione, la lotta contro le pulci, il ricorso alla vaccinazione antipestosa.
La p. è praticamente scomparsa dai paesi evoluti, pur rimanendo endemica in alcune regioni dell’Asia meridionale, dell’Africa e dell’America Meridionale.
P. aviaria Malattia acuta di origine virale, altamente infettiva e ad alta mortalità, che può colpire polli, tacchini, fagiani e altri volatili. Raramente colpite oche e anatre; i piccioni ne sono immuni. La malattia ha un breve periodo di incubazione (3-5 giorni) e si manifesta con febbre (43°-44°), perdita dell’appetito, colorito cianotico della cresta e dei bargigli, comparsa di uno stato letargico a cui in breve segue la morte. La vaccinazione specifica costituisce un valido mezzo profilattico.
P. boba Tripanosomiasi degli Equidi che si riscontra nel Venezuela. È sostenuta da Trypanosoma venezuelense. P. bovina Malattia infettiva acuta, contagiosa e ad alta mortalità dei ruminanti (domestici e selvatici), di natura virale; endemica ed epidemica in alcune regioni dell’Africa e dell’Asia, trova nella vaccinazione specifica un efficace metodo preventivo. P. dell’ape Grave malattia infettiva che colpisce la covata, di cui sono note due forme: la p. americana (o maligna), dovuta a un batterio, Bacillus larvae, è la più grave e pericolosa. Non essendo noto alcun mezzo terapeutico, si rende necessaria la distruzione della famiglia colpita. La p. europea (o benigna), meno grave della precedente, è dovuta al Bacillus pluton, spesso associato ad altri microrganismi (Bacillus orpheus, Bacillus alvei, Streptococcus apis). Non si manifesta con gravità e scompare spontaneamente. Come mezzo di lotta si pratica l’interruzione momentanea della deposizione delle uova da parte della regina.
P. equina Grave malattia che attacca cavalli, muli, asini, zebre. Sostenuta da un virus, la sua trasmissione avviene tramite insetti ematofagi (zecche, pidocchi ecc.). Si manifesta soltanto nella stagione delle piogge ed è caratterizzata da tumefazione delle linfoghiandole e da edemi. Si previene con la vaccinazione specifica. P. suina Malattia epidemica (detta anche colera dei suini), virale, caratterizzata da lesioni infiammatorie e necrotiche a carico di vari organi dovute a virus Flaviviridi, del genere Pestivirus.