Comune della prov. di Torino (50,3 km2 con 35.143 ab. nel 2008), situato a 376 m s.l.m. ai piedi dei rilievi prealpini, presso il torrente Lemina. Centro di industrie e di intense attività commerciali. Notevole produzione di mais e di foraggi; allevamento bovino.
Ricordata la prima volta nel 981, sin dall’Alto Medioevo P. ebbe notevole importanza strategica e commerciale per la sua posizione su una delle principali vie d’accesso dalle Alpi Occidentali all’Italia. Nel 10° sec. era fortezza dei conti Manfredo, dai quali nel 1078 passò per donazione agli abati benedettini di S. Maria di Pinerolo. Contro le pretese annessionistiche dei vescovi di Torino, gli abitanti di P. appoggiarono l’abate, ottenendone in cambio il riconoscimento dell’autonomia; nel 1220 accettarono invece la protezione dei Savoia; Tommaso II di Savoia e i suoi successori del ramo di Acaia la presero pacificamente e vi fissarono nel 1295 la capitale dei loro possedimenti in Piemonte. Tale dignità P. conservò sino al 1418, quando si estinsero i principi di Acaia e i domini italiani e francesi di Savoia furono riuniti in un unico Stato, sotto Amedeo VIII. Dal 1536 fu occupata con il resto del Piemonte dai Francesi, ai quali rimase fino al 1574; a essi tornò nuovamente con il trattato di Cherasco (1631); i Savoia la riconquistarono nel 1706, durante la guerra di successione spagnola; dal 1798 al 1814 P. fu di nuovo francese. La diocesi, istituita nel 1748, fu soppressa nel 1804 e unita a Saluzzo; fu poi ripristinata nel 1817. Nell’ambito territoriale della diocesi vivono molti evangelici, in maggioranza valdesi.