(o Pizie; gr. Πύϑια) Festa religiosa nazionale dell’antica Grecia, seconda per importanza solo alle Olimpie. Si celebrava in onore di Apollo Pizio, che l’avrebbe istituita dopo aver ucciso Pitone, il drago, figlio della Terra, che dava oracoli presso una sorgente ai piedi del Parnaso, non lontano da Delfi (anticamente detta Pito, gr. Πυϑώ). In realtà la festa sembra risalire alla vittoria dell’Anfizionia sulla città di Cirra nella prima guerra sacra (590 ca. a.C.); si svolgeva nello stadio e nel teatro di Delfi, ogni quattro anni (spazio di tempo, detto pitiade, il cui computo si faceva iniziare dall’anno 582 a.C., corrispondente al 3° anno della 49ª Olimpiade), sotto la direzione degli Anfizioni; durava sei o sette giorni e il premio era una corona d’alloro. La celebrazione consisteva in un agone musicale, gare ginniche e ippiche; molta parte avevano anche le orazioni di retori, le competizioni di poeti e di logografi. L’evento più significativo fu sempre il nomo pitico (νόμος πυϑικός), brano musicale che, forse accompagnato da un’azione mimica, voleva rappresentare le fasi della lotta di Apollo con il serpente. Chiudeva la festa un sacrificio ad Apollo. Partecipavano alle P. rappresentanze religiose e diplomatiche di tutti gli Stati greci.