La misurazione organica e sistematica della precipitazione atmosferica nelle sue diverse forme di pioggia, neve e grandine. Questa misurazione è fatta per mezzo di pluviometri e pluviografi, che danno l’altezza di precipitazione, espressa in mm di acqua, che si avrebbe su suolo orizzontale piano e impermeabile in assenza di evaporazione.
Il pluviometro misura l’altezza della precipitazione. Consta schematicamente di un imbuto, detto collettore o ricevitore, la cui apertura delimita la superficie che è attraversata dalla precipitazione, ossia la sezione pluviometrica, e di un recipiente, detto raccoglitore. L’altezza della precipitazione è determinata misurando il volume dell’acqua raccolta e dividendolo per la sezione pluviometrica (per es., con sezione pluviometrica di 0,1 m2 a 1 litro d’acqua corrispondono 10 mm di pioggia). Se la precipitazione è solida (neve, grandine) occorre fonderla riscaldando il raccoglitore: durante questa operazione occorre prendere delle precauzioni per evitare che parte dell’acqua evapori.
Il pluviografo è un pluviometro registratore. Ne esistono di varie specie, ma possono classificarsi in due tipi fondamentali: a galleggiante e ad altalena (o a bilancia). In quelli del primo tipo (v. fig.) le variazioni di livello dell’acqua contenuta in un raccoglitore sono trasmesse, tramite un galleggiante, a un pennino scrivente su un tamburo rotante, o ad analogo dispositivo di registrazione magnetica. Quando il livello del liquido, e quindi il galleggiante, ha raggiunto un’altezza opportuna, si ha lo svuotamento del contenitore attraverso il sifone e il ritorno del galleggiante nella posizione iniziale. Nei pluviografi del secondo tipo l’acqua raccolta dal collettore cade in una delle due camere in cui è diviso un serbatoio oscillante. Quando la camera ha raccolto una certa quantità d’acqua, il serbatoio si sposta sull’altra posizione; mentre si riempie la seconda camera, la prima si vuota in un serbatoio di scarico. In definitiva, il serbatoio compie una serie di oscillazioni, a ognuna delle quali corrisponde la ricezione di una determinata quantità d’acqua; il moto oscillante del serbatoio agisce, mediante un meccanismo opportuno, su un registratore a carta o di tipo magnetico. I telepluviografi trasmettono automaticamente a un centro di registrazione i dati sull’entità della precipitazione in una località attraverso una rete di telecomunicazioni.
Il pluvionivometro è costituito dall’accoppiamento di un pluviometro e di un nivometro. Il pluvioscopio è usato per registrare la durata della pioggia.