Spazio occupato da un corpo. fisica L’estensione nello spazio di un solido (o di un fluido, e in questo caso il v. è riferito al recipiente che lo contiene). Unità di misura del v. nel Sistema Internazionale (SI) è il m3; sono anche usati sottomultipli come il dm3 (litro) o il cm3. La misura del v. di un solido viene effettuata per immersione in un liquido, rilevando il v. spostato, o, se ciò non è possibile, mediante il volumenometro, apparecchio, basato sulla legge di Boyle, usato in genere per la determinazione dei v. polverulenti, che non possano essere immersi in liquidi. In esso si effettuano due espansioni, in condizioni note di pressione, dell’aria presente in un recipiente atto a contenere il corpo in esame, la prima volta utilizzando il solo recipiente e la seconda il recipiente più il corpo; dai valori della pressione si ricava, previa taratura, il volume del corpo. La misura del v. di un liquido viene effettuata mediante recipiente tarato. Si definisce v. specifico di una sostanza, il v. dell’unità di massa; il v. specifico è l’inverso della densità (o massa volumica) e si misura nel Sistema Internazionale (SI) in m3/kg.
In acustica, e particolarmente nell’elettroacustica, v. sonoro, l’intensità energetica del suono. chimica Frazione volumetrica di un costituente presente in un miscuglio è il v. occupato da quel costituente diviso per il v. totale occupato dal miscuglio. tecnica Macchina volumetrica (o ad azione statica, o a camere chiuse) Macchina a fluido caratterizzata da almeno una camera chiusa il cui v. varia periodicamente per il moto di alcune delle pareti che la delimitano; le macchine volumetriche possono essere di tipo alternativo (stantuffo mobile in un cilindro) o rotativo (capsulismi). Trovano applicazione come macchine motrici, come macchine spiratrici (➔ compressore, pompa), e per misure di portata (➔ contatore). telecomunicazioni Controllo (o comando) automatico di v. (CAV) Particolare circuito utilizzato nei radioricevitori per rendere il segnale rivelato sensibilmente costante anche in presenza di variazioni notevoli del segnale ricevuto. Tale dispositivo è utilizzato per contrastare il fastidioso effetto dell’evanescenza dei radiosegnali, il quale può produrre, in particolare nei radioricevitori a modulazione di ampiezza, aumenti e diminuzioni del v. sonoro diffuso dall’altoparlante. La sigla CAV è spesso usata come sinonimo delle sigle CAS (controllo automatico di sensibilità) e CAG (controllo automatico di guadagno). In effetti il CAS ha più propriamente lo scopo di mantenere la sensibilità del ricevitore su un livello predeterminato, mentre il CAG si riferisce a ogni amplificatore a guadagno variabile, nel quale il livello dell’uscita si mantiene costante, indipendentemente dal livello dell’ingresso.